“Non credo che il Pd rischi di sparire ma temo la sua irrilevanza”: lo ha detto il candidato alla segreteria nazionale del Pd e governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini in occasione della tappa a Terni del suo giro in Umbria. Nell’aula consiliare del Comune ha anche salutato il sindaco Leonardo Latini (Lega) e poi ha incontrato la folta platea.

“Là fuori – ha detto – il clima per noi non è dei migliori” ha detto Bonaccini. Spiegando di pensare “a grandi partiti, come quello socialista francese, che negli anni è quasi scomparso”.

“Risalire non è scontato – ha proseguito – ma io voglio provare a dare una mano. Oggi in Italia la gente cambia idea rapidamente, guardate cosa è accaduto a noi, al M5s, alla Lega: picchi mai raggiunti prima e poi dei crolli. Se da ragazzo avessi detto ai miei genitori che cambiavo partito, mi avrebbero buttato fuori di casa. Oggi invece è normale. Ma bruciare le classi dirigenti ogni tre-quattro anni, vuol dire legittimare il pensiero che ‘chiunque ci metti, non è in grado di fare ciò che promette’.

La conseguenza? Si può finire per pensare che la democrazia sia inutile e che forse va bene anche uno che governa per tutti. Guardate cosa è accaduto in Brasile, e prima negli Usa. Guardate a Polonia, Ungheria, Turchia, dove il populismo ha dato vita a qualcosa di ben diverso dalle democrazie che conoscevamo. Stiamo attenti e intanto ripristiniamo il rispetto con le altre forze politiche: per me la Meloni non sarà mai una nemica ma, al massimo, un’avversaria. Non sopporto più certi teatrini fatti di politici e classi dirigenti che si insultano dalla mattina alla sera – ha concluso Bonaccini – e come me non li sopportano più in tanti”.