“La scherma ha un’importante storia a Terni, qualcuno avverta il sindaco Bandecchi, evitandogli pessime figure e soprattutto di denigrare uno sport così seguito e la città che in teoria dovrebbe rappresentare e promuovere come sede di importanti manifestazioni sportive.
Valentina Vezzali, 6 ori olimpici e 16 mondiali, si è allenata a Terni; Bebe Vio ha vinto il suo quarto oro mondiale a Terni; Alessio Foconi, ternano pluricampione del mondo, solo per citarne alcuni: ma Bandecchi pensa che la scherma “non è una vetrina pazzesca mai, nemmeno per i NORMODOTATI, figuriamoci la scherma per…”. E per fortuna gli si deve essere accesa una mezza lampadina, un lumicino, che gli ha evitato di proseguire oltre.
Se i Mondiali di scherma paralimpica sono poca roba, quale sarebbe secondo Bandecchi un grande evento attrattivo? Portare (annunciare soltanto, in questo caso) Sgarbi alla festa di Alternativa Popolare?

Il nuovo Palazzetto ternano (anche qui, qualcuno avverta il sindaco) è stato voluto, progettato e finanziato dall’amministrazione di centrosinistra anche per questo tipo di eventi, per attrarli e dotare Terni di uno spazio attrezzato che mancava a una città capoluogo di provincia, una citta che ha sempre puntato molto sullo sport.

Al mondo sportivo cittadino, quello della scherma in particolare e agli atleti e atlete paralimpiche va un sentito ringraziamento per l’evento sportivo appena concluso”.
Così nella nota del segretario Pd ternano Pierluigi Spinelli

 

Mondiali scherma, Guidi (FdI):  “Bandecchi irrispettoso, lo sfido a una schermaglia linguistica”

La potenza dello sport rimbomba ancora fra gli spalti del PalaTerni, teatro dei recenti Mondiali di scherma paralimpica. Con la partecipazione di 31 paesi, 250 atleti e più di duemila visitatori giornalieri, costituiscono l’evento globale dell’anno e l’avventura epica del territorio umbro che ha giocato con destrezza la partita dell’inclusività e dell’accessibilità.

“Preoccupa il livello di percezione della realtà e la mancanza di rispetto del primo cittadino di Terni, città ospitante dell’iniziativa, che alla ricerca di un’effimera disconferma pronuncia frasi infelicissime”, è la risposta del senatore Antonio Guidi al sindaco di Terni Stefano Bandecchi. “Il PalaTerni – prosegue – è stato un teatro aperto e seguito da tutti, senza maldestre distinzioni fra normodotati e non. Dato che sottovaluta la scherma, lo sfido prossimamente a una schermaglia linguistica”.

“Questa settimana di sport segna un momento storico – afferma l’ex ministro alla Famiglia –, da qui occorre continuare a tracciare un futuro prossimo di cambiamenti concreti, a partire dal decostruire l’attitudine dell’adeguamento normativo in materia di abbattimento delle barriere architettoniche e progettare a monte spazi senza barriere. È nell’architettura che si gioca la partita odierna dell’inclusività, come dimostra il lavoro messo a punto per il palazzetto in occasione dell’evento sportivo”.

Il nuovo PalaTerni ha reinterpretato le scelte distributivo-funzionali prese precedentemente. “È fortemente contestualizzato in una vasta e strategica operazione di rigenerazione urbana”, hanno dichiarato ai media i due architetti responsabili del progetto Luciano Baldi e Paola Margheriti. “La sinergia fra i diversi soggetti coinvolti (il Comune, gli investitori, i costruttori, i progettisti ndr) è stata alla base per la buona riuscita del progetto con un solo interesse comune: costruire l’opera pubblica nel minor tempo possibile e con le migliori qualità tecnico-prestazionali, con garanzia del superamento delle barriere architettoniche”.

“Facendo nostri i risultati raggiunti in questa occasione, il futuro prossimo delle politiche sulla disabilità ricomincia dallo scardinare la mentalità dell’aggiustamento e dell’intervento a posteriori e disegnare spazi in cui non ci sia spazio per l’esclusione o per la segregazione”, afferma ancora il senatore. “L’inclusività è convivenza e mescolamento. Sono a lavoro per un’iniziativa che punti ad agire sulla sensibilità e la formazione dei giovani progettisti, i disegnatori del domani. Un domani in cui ai PEBA (Piani di eliminazione delle barriere architettoniche) si accompagneranno piani di costruzione senza barriere. A quel punto la disabilità non sarà più la tragedia personale di una minoranza-maggioranza alle prese con un mondo pieno di ostacoli. A quel punto, l’architettura inclusiva sarà il tema di una nuova epica collettiva e comunitaria”, conclude il senatore.

(Sen. Antonio Guidi)