Ha fruttato nel solo mese di maggio 2021 un illecito profitto di oltre 100 mila euro cui si sono aggiunti circa 130 mila di proventi derivanti dalle cosiddette truffe “finanziarie” (acquisto di auto tramite finanziamenti e richieste prestiti) l’attività di una presunta associazione per delinquere operativa su tutto il territorio nazionale finalizzata al compimento di frodi informatiche e indebiti utilizzi di carte di credito al centro di un’indagine coordinata dalla procura di Perugia.
Eseguite da polizia e carabinieri tre misure cautelari in carcere, altrettante ai domiciliari e per altri tre soggetti è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le indagini – si spiega in un comunicato della Procura di Perugia – hanno portato alla luce quelli che sono ritenuti ruoli e compiti di ogni componente del gruppo. Le presunte truffe venivano realizzate mediante l’utilizzo di sistemi informatici o telematici (phishing).
Secondo gli inquirenti i componenti della associazione, mediante l’invio di sms (smishing) o tramite delle chiamate telefoniche (vishing), dopo avere “agganciato” l’ignara vittima e spacciandosi per operatori bancari si facevano consegnare i codici autorizzativi, successivamente eseguivano operazioni di prelievo veicolando la somma fraudolentemente incassata in uno dei vari sportelli Atm sul territorio.
Successivamente gli indagati, al fine di garantirsi l’anonimato e rendere al contempo più difficile il loro rintraccio – ritengono sempre gli inquirenti – per mezzo di intermediari (money mules), che operavano con la prospettiva di ottenere una commissione, tramite gli stessi sportelli Atm, trasferivano il denaro su altri conti “dedicati” e gestiti dagli stessi componenti dell’associazione.