“L’Italia lavora per una descalation e per impedire che ci possa essere un allargamento del conflitto al Libano, all’Iraq o all’Iran. Con un obiettivo, la diplomazia prevede due stati che si riconoscano vicendevolmente per due popoli”: lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani oggi a Trevi.

Nella città umbra ha partecipato alla cerimonia di consegna di una somma raccolta dal comune e destinata all’ambasciatore italiano a Kiev, da devolvere al locale ospedale oncologico.

“Stiamo seguendo con grande attenzione sia quello che succede in Medio oriente sia ai confini orientali dell’Europa” ha sottolineato Tajani a margine dell’iniziativa. “Continuiamo ad aiutare il popolo ucraino – ha aggiunto – e quello che parte da Trevi è certamente un gesto di solidarietà che arricchisce il sostegno italiano alla popolazione civile. Dall’inizio della guerra stiamo facendo tantissimo. Ricostruiremo anche la cattedrale di Odessa con un progetto italiano. Nessuno può mettere in discussione il diritto dell’Ucraina a resistere e nessuno può farlo con Israele che deve continuare a essere un Paese democratico e libero. Noi lavoriamo per la pace e qualche risultato lo abbiamo ottenuto anche oggi con l’apertura per qualche ora del valico di Rafah, così come lavoriamo per la popolazione civile dell’Ucraina così dobbiamo aiutare quella palestinese che nulla ha a che vedere con Hamas. Bisogna distinguere tra un’organizzazione di terroristi criminali mentre la popolazione è vittima del suo crimine. Sono arrivati i primi aiuti umanitari e speriamo si possa continuare”.

Riguardo alla possibilità di un possibile attacco da terra, il ministro si è detto “preoccupato per la situazione generale”.

“Israele non può non sradicare le centrali di Hamas – ha sostenuto – da dove continuano a partire missili ma questo non deve significare che si debbano colpire i civili. Sono convinto che alla fine la reazione di Israele sarà proporzionata all’attacco subito”. (ANSA)