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Report della Borsa Immobiliare dell’Umbria. L’andamento nelle macroregioni italiane con particolare attenzione a Centro e Umbria. Prezzi stabili, boom dei mutui erogati ai giovani under 35, brusca frenata delle surroghe, durate sopra i 15 anni. Sui tassi si fanno sempre più largo quelli variabili con cap, formula in crescita di quasi sei volte.

La dichiarazioneFrancesco Mario Maiotti, componente del Comitato per il Listino della Borsa Immobiliare dell’Umbria:  “Ogni euro investito in politiche abitative di agevolazione alla casa rende almeno quattro volte in termini di in termini di ricchezza prodotta, fiscalità e miglior patrimonio abitativo”.

L’incertezza economica determinata dagli effetti della guerra in Ucraina, con il rallentamento della crescita e l’accentuazione dell’inflazione (che era già in netto aumento  nell’ultimo trimestre 2021) a sopra l’8%, in abbinata a tassi di interesse che restano ancora contenuti, continuano a spingere il mercato immobiliare. In termini di numero di compravendite di immobili residenziali (fonte Agenzia delle Entrate) nel primo trimestre 2022 si è registrato +12% rispetto allo stesso trimestre 2021, mentre il non residenziale ha messo a segno +12,8%. Dati che confermano come il ‘mattone’, soprattutto in momenti di alta inflazione e di incertezza, continui a rappresentare per gli italiani un solido ‘bene rifugio’. Anche se, a guardare bene i dati, qualche timore di stangata sui tassi di interesse comincia a serpeggiare e a tirare la crescita è il boom dell’erogazione dei mutui agli under 35, sostenuti dagli incentivi dello Stato.

Il quadro lo fornisce il report della Borsa Immobiliare dell’Umbria, curato da Francesco Marco Maiotti, membro del Comitato per il Listino della Borsa immobiliare.

L’andamento nelle macroregioni italiane. Centro e Umbria sopra la media nazionale

Il quadro dei dati dell’Agenzia delle Entrate mostra, a livello di circoscrizioni territoriali, gli aumenti più elevati nel Mezzogiorno d’Italia (Sud continentale +13,8%, Isole +13,8%); seguono il Centro (+13,4%) e il Nord-Ovest (+13,1%), mentre il Nord-Est è fanalino di coda con +6,5%. Da notare che, ad eccezione di Nord Ovest e Nord-Est, l’incremento maggiore riguarda i non capoluoghi rispetto ai capoluoghi.