In merito al dibattito relativo al Punto nascita del presidio ospedaliero di Spoleto, alla nota stampa della Regione Umbria e al confronto serrato che ne è scaturito, la Usl Umbria 2 “ritiene doveroso – è detto in un suo comunicato – fornire all’opinione pubblica alcune precisazioni e puntualizzazioni nella certezza che vi sia stato un impegno costante e trasparente, sia della Regione Umbria che dell’azienda sanitaria, a mantenere attivo il Punto nascita al ‘San Matteo degli Infermi’”.

“Si conferma anzitutto – afferma la Usl – che sin dal 2020 questa Azienda ha prodotto e presentato in Regione approfondite relazioni con l’intento di mantenere operativa tale struttura, affiancando ai dati di attività relativi al numero dei parti, considerazioni sull’organizzazione generale e sul numero di personale presente e da assumere al fine di garantire la sicurezza delle cure. Il ministero della Salute per tramite il Comitato percorso nascita nazionale, ha quindi comunicato alla Regione Umbria il parere positivo alla deroga per il Punto nascita di Spoleto limitata ad un anno, con scadenza dicembre 2021. A fine anno 2021, il 21 dicembre, per le stesse motivazioni riferite all’anno precedente con l’aggravante della sospensione delle attività a causa dell’emergenza pandemica, si chiedeva un’ulteriore deroga per tutto il 2022. In particolare la relazione redatta dall’Azienda sanitaria ha riguardato i dati di attività riportati al 2020, l’analisi dei sistemi di sicurezza e di trasporto per il neonato, la situazione oro geografica del territorio, le attività di reclutamento di nuovo personale, lo stato di ospedale parzialmente Covid-19. Sulla base di tali considerazioni e dell’analisi del contesto, la Regione Umbria ha pertanto riproposto, anche per l’anno 2022, la richiesta di deroga alla chiusura del Punto nascita di Spoleto, già ottenuta l’anno precedente dal Cpnn, Comitato percorso nascita nazionale. Nella riunione svolta il 10 maggio 2022, detto Comitato non ha purtroppo accordato tale ipotesi e, in sostanza, si è espresso all’unanimità per la definitiva disattivazione del reparto, non ricorrendo – questa la motivazione – i requisiti previsti dal Decreto ministeriale 11 novembre 2015. Il Cpnn è giunto a tale decisione dopo analisi del numero di nascite e della percentuale di fidelizzazione”.

“L’Azienda sanitaria – continua il comunicato – tende a precisare che il Cpnn è un organismo tecnico del ministero della Salute, totalmente autonomo nelle sue decisioni, che si basano su analisi oggettive di dati presenti nella piattaforma ministeriale (Nsis). Sorprende pertanto che in alcune affermazioni scomposte si parli addirittura di ‘scorrettezza dei dati inviati dalla Regione’. La relazione trasmessa sia nel 2020 che nel 2021 al ministero della Salute riguardava il periodo gennaio- settembre 2020 e proiettata a tutto l’anno, in quanto solitamente in questi casi la relazione è basata su dati utili trimestrali (essendo la stessa da inviare prima dello scadere dell’anno di riferimento, il dato viene ad essere riportato nell’ultimo trimestre valido di settembre, con proiezione a tutto l’anno)”. “Ad ogni buon conto – prosegue la Usl – si riportano i dati di nascita presso il presidio di Spoleto e riferiti al periodo 1 gennaio – 26 ottobre 2020 (ultimo giorno di attività), che sono i seguenti: Sansepolcro 1; Frosinone 1; Magione 1; Carbonia 1; Civita Castellana 1; Citta’ di Castello 1; Montieri 1; Bologna 1; Genga 1; Avigliano Umbro 1; Penna in Teverina 1; Formello 1; Ussita 1; Viterbo 1; Milano 1; Cannara 1; San Venanzo 1; Bettona 1; Monte Castello di Vibio 1; Acquasparta 1; Albania 1; Gualdo Tadino 2; Bevagna 2; Roma 2; Contigliano 2; Collazzone 2; Arrone 2; San Gemini 2; Leonessa 3; Massa Martana 3; Cerreto di Spoleto 3; Marsciano 3; Rieti 3; Monteleone di Spoleto 3; Ferentillo 4; Scheggino 4; Todi 4; Sant’Anatolia di Narco 3; Perugia 5; Castel Ritaldi 5; Montefalco 5; Campello sul Clitunno 5; Gualdo Cattaneo 6; Bastia Umbra 6; Giano dell’Umbria 6; Montecastrilli 6; Narni 9; Amelia 9; Cascia 9; Assisi 9; Foligno 11; Trevi 15; Norcia 18; Terni 25; Spoleto 132. Numero parti 349; numero nati 355. Il numero complessivo di parti risulta essere pari a n. 349, mentre i nati, per qualche parto gemellare, sono stati complessivamente 355. Di questi solo 183 parti riguardano i residenti nei Distretti Spoleto- Valnerina, mentre gli altri provengono da altri comuni della Azienda o del territorio regionale ed in alcuni casi da fuori regione.

“Va precisato – prosegue il comunicato – che: a) Il Comune riportato in tabella è la residenza materna. b) Il Comune di Spoleto è presente con 132 parti nel periodo gennaio – ottobre 2020; c) Sui 355 nati nel presidio ospedaliero di Spoleto, a punto nascita aperto, nei Comuni dei distretti Spoleto-Valnerina risultano i seguenti dati: Campello sul Clitunno: n. 5; Giano dell’Umbria: n. 6; Spoleto: n. 132; Cascia: n. 9; Cerreto di Spoleto: n. 3; Monteleone di Spoleto: n. 3; Sant’Anatolia di Narco: n. 3; Scheggino: n. 4; Norcia: n. 18. Totale: n. 183. Passando all’anno 2021, a punto nascita sospeso nella attività, il numero di nascite complessive di bambini/e residenti nei distretti di Spoleto e della Valnerina, è pari a 313. Per dovere di cronaca va chiarito che, ai sensi del Dm 11/11/2015, anche se tutti i bambini/e residenti nel Distretto di Spoleto e Valnerina (313) fossero nati a Spoleto a punto nascita aperto, sarebbe stato necessario aumentare la capacità attrattiva per almeno altre 200 mamme circa per raggiungere la soglia di 500 parti minimi prevista per la sicurezza di ogni punto nascita. Si ribadisce ancora una volta che il Comitato percorso nascita nazionale, organismo tecnico del ministero, è indipendente e autonomo nelle analisi e nelle conseguenti decisioni che avvengono attraverso dati che il ministero ha nelle proprie piattaforme di elaborazione, tant’è che, ad esempio, il territorio preso a riferimento per il periodo interessato dal Cpnn è stato molto più ampio del bacino effettivo di riferimento Spoleto-Valnerina. Malgrado infatti l’esclusione del comune di Norcia, nell’analisi sono stati inclusi oltre 10 municipi extra Distretto che hanno ampiamente compensato l’assenza del dato di Norcia. Ciò non è stato sufficiente per accordare la deroga, richiesta unitamente dalla Regione Umbria e dalla Usl Umbria 2″.

“Tutto – conclude il comunicato – ciò per ribadire la correttezza dell’operato di questa Azienda sanitaria e della Regione Umbria in risposta ad affermazioni gravi e lesive, nonché prive dei riferimenti normativi necessari per una corretta lettura della particolare e specifica vicenda che ha interessato il Punto nascita di Spoleto”.

 

Chiusura del Punto nascita di Spoleto, M5S: “Coletto costringe la Usl Umbria 2 a rispondere per le sue responsabilità. La richiesta di deroga della Regione al Ministero totalmente incompleta”

L’assessore per caso, Luca Coletto, sugli affari di propria competenza è talmente impreparato da costringere la Usl Umbria 2 a rispondere per conto della giunta regionale. Non fa eccezione il caso del Punto nascita dell’ospedale di Spoleto, chiuso per una precisa volontà politica della Regione Umbria. Così in una nota il consigliere regionale del M5S, Thomas De Luca, il capogruppo in consiglio comunale a Spoleto, Samuele Bonanni, e il consigliere Enrico Morganti. Le normative ministeriali, infatti, pongono esclusivamente in capo a lui la procedura per la richiesta di deroga. Richiesta che doveva essere “formalizzata dall’assessorato alla Salute, sentito il parere del Comitato Percorso Nascita Regionale” come definito dalla Fase 1 del Protocollo Metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività Punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/annui e in condizioni orogeografiche difficili (art. 1 D.M. 11/11/2015).

Il protocollo definisce in maniera chiara e indiscutibile gli elementi necessari alla valutazione della richiesta di deroga tra cui:

a) Autovalutazione tramite checklist degli Standard operativi, tecnologici e di sicurezza del Punto nascita in deroga

b) Relazione che attesti che il Punto nascita in deroga si inserisca in modo organico nella rete di offerta dei Punti nascita di I e II livello (Hub e Spoke), con una particolare attenzione alla modalità di attuazione del Sistema di trasporto in Emergenza della madre e del neonato (STAM e STEN)

c) Analisi dei flussi di mobilità attiva e passiva delle partorienti rispetto ai Punti nascita di cui si chiede la deroga, compreso la georeferenziazione, che evidenzi l’attuale bacino di utenza dei singoli punti nascita, nonché il potenziale bacino di utenza degli stessi al fine di mostrare il potenziale numero di parti dell’area interessata. Le Regioni e PA devono elaborare un programma finalizzato ad incrementare l’indice di attrazione dai Comuni del bacino di utenza, comprensivo del cronoprogramma degli obiettivi da raggiungere per il reclutamento delle partorienti nel PN di cui si richiede la deroga.

d) Formalizzazione della responsabilità professionale del PN in deroga (da specificare nella richiesta di deroga) da conferire ad un professionista con adeguata competenza ed esperienza, necessarie a svolgere tale funzione.

e) Analisi dei costi

Nella richiesta di deroga presentata dalla Regione Umbria al Ministero della Salute, di cui siamo entrati in possesso tramite formale richiesta di accesso atti, tale documentazione risulta essere estremamente esigua (a,b) se non del tutto assente in alcuni casi (c,d,e). Soprattutto va evidenziata la mancanza di un programma finalizzato ad incrementare l’indice di attrazione comprensiva di un cronoprogramma degli obiettivi da raggiungere per il reclutamento delle partorienti nel PN di cui si richiede la deroga. L’assessore Coletto dovrebbe inoltre ben sapere che l’esclusione del Comune di Norcia non è stata minimamente compensata dall’inserimento di comuni extra-distretto, al contrario estremamente penalizzata. Calcolando l’indice di fidelizzazione eliminando comuni come Sangemini, Montecastrilli, Acquasparta, Spello, Valtopina e riparametrando il calcolo su periodo gennaio-ottobre 2022, l’indice si alzerebbe al 60% invece che al 38%.

Ricordiamo infine che ai sensi del DM 11 novembre 2015, al CPNn è attribuito il compito di esprimere un parere meramente “consultivo” che non può imporre alcuna chiusura dei Punti nascita. Quest’ultima è infatti una decisione che spetta alla politica regionale. Di fronte alla mancata risposta da parte della Regione e alle precisazioni, peraltro non richieste della Usl Umbria 2, riteniamo doveroso presentare un’interrogazione in Question Time alla seduta del 20 dicembre 2022 obbligando la giunta ad assumersi le proprie responsabilità. La chiusura del Punto nascita di Spoleto, ci teniamo a ribadirlo, costituisce una palese violazione dell’ordinanza 67/2020 della stessa presidente Tesei.

Thomas De Luca consigliere regionale M5S Umbria
Samuele Bonanni capogruppo M5S Spoleto
Enrico Morganti consigliere M5S Spoleto