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Per il contrasto e la prevenzione della peste suina africana, la Regione Umbria ha previsto una serie di azioni preventive illustrate questa mattina dall’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, affiancato dal dirigente del Servizio regionale di Prevenzione, Salvatore Macrì. Dopo aver confermato che l’Umbria non è interessata al momento da questo fenomeno (Lombardia e Liguria sono le regioni colpite al momento), ha però informato che con l’assessorato regionale all’agricoltura “ci siamo attivati coinvolgendo le associazioni venatorie per effettuare prelievi e per il monitoraggio del territorio, anche per la rimozione e l’analisi delle carcasse di cinghiali”.

Per l’assessore infatti “bisogna prevenire la diffusione, per scongiurare sia problematiche legate alla patologia che danni economici per le attività”. “Abbiamo già costituito una task force di intervento – ha spiegato – composta da squadre di cacciatori che battono il territorio per recuperare eventuali carcasse e verificare se c’è la presenza di infezione da peste suina. Stiamo partendo con le simulazioni di questo tipo di attività di controllo del territorio per non farci trovare impreparati alla peggiore delle ipotesi. Oltre al controllo del territorio si procederà nel controllo delle infezioni e sull’anagrafe allevamenti”. In Umbria – è stato ricordato – è attivo dal 2020 uno specifico Piano di sorveglianza e prevenzione nei confronti della Psa, la cui principale attività è quella della sorveglianza passiva nelle popolazioni di cinghiali che viene attuata attraverso la segnalazione e il controllo diagnostico di tutti i cinghiali rinvenuti morti (inclusi i morti per incidente stradale e di tutti i casi sospetti) al fine di permettere il tempestivo riscontro dell’infezione.

Dal 2020 è quindi attivo un Numero unico regionale (075 81391) per agevolare e supportare le segnalazioni di ritrovamento delle carcasse di cinghiale al Servizio Veterinario di Sanità Animale dell’Azienda Usl competente per territorio. Nel 2021 sono state controllate, con esito negativo, 193 carcasse di cinghiali. È stato istituito, inoltre, il Tavolo interassessorile con rappresentanti del Servizio regionale foreste, montagna, sistemi naturalistici e faunistica venatoria, del Servizio regionale energia, ambiente, rifiuti, dell’Izsum (Cerep e Osservatorio Epidemiologico). A livello regionale, inoltre, sono state organizzate diverse attività formative rivolte agli operatori di settore e ai portatori di interesse. Infine, è stato costituito un gruppo di lavoro tecnico al fine di redigere, in tempi brevissimi, una specifica procedura operativa nei casi di sospetta infezione e/o comparsa della malattia nel territorio umbro con particolare riferimento alla costituzione di un’unità di crisi con le specifiche definizione dei ruoli.

È stata inviata poi – fa sapere ancora la Regione – una nota informativa per la divulgazione alle forze dell’ordine e alle associazioni di categorie della disponibilità del servizio telefonico con numero unico regionale al fine di implementare e facilitare la segnalazione immediata del ritrovamento di carcasse o resti sul territorio. La Regione, con Puntozero Scarl, sta lavorando anche per la realizzazione di una App che consentirà di segnalare facilmente la presenza di una carcassa di animale mediante foto e geolocalizzazione, in modo da allertare i servizi veterinari delle Asl.