“Se si definirà un quadro che prevede un valzer di nomine ad uso e consumo dei partiti più che delle competenze, se emergerà, come sembra, un buco di bilancio milionario nella sanità, se non verranno fatte assunzioni e se si continuerà ad aumentare le liste di attesa e a sospendere le prestazioni sanitarie. Noi porteremo in Consiglio la richiesta di dimissioni di un assessore che sembra interessato a tutto tranne che a fare funzionare la sanità pubblica nella nostra regione”: a dirlo è stato il segretario regionale del Pd, Tommaso Bori, in una conferenza stampa nella quale ha parlato della sanità umbra ma anche delle preoccupazioni in merito alle recenti dimissioni del direttore regionale Paolo Reboani.

“Presentato pochi mesi fa – ha detto – come un capo squadra che avrebbe dovuto gestire i fondi del Next generation, il Pnrr a livello locale e avrebbe dovuto gestire la nuova programmazione per i fondi trentennali europei”.

“Contemporaneamente – ha affermato Bori – al Festival internazionale del giornalismo il ministro Giovannini ha detto che in Umbria c’è bisogno di stimolare l’economia e questo lo registriamo come una bocciatura che emergeva anche dal sondaggio recentemente pubblicato sulle politiche per lo sviluppo e per il lavoro, secondo il quale, inoltre, otto umbri su 10, bocciano il lavoro dell’assessore Michele Fioroni. Io fossi la presidente Tesei ne prenderei atto e farei un cambio. Noi se verranno confermati questi dati lo chiederemo”.

Bori ha parlato poi di “situazione preoccupante” ricordando “le dimissioni del direttore generale della Asl Gilberto Gentili, la sfiducia del Consiglio comunale di Terni al direttore dell’ospedale di Terni Pasquale Chiarelli, l’assenza di un Direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia e la mancata firma della convenzione tra Regione e Università”.

Il tutto con sullo sfondo, sempre secondo il segretario regionale del Pd “un valzer di nomine che non serve ad offrire le migliori competenza alla sanità ma a sanare gli appetiti di un centro destra litigioso e dei partiti che le richiedono” e un Piano sanitario regionale che “prima è stato bloccato, poi è stato bocciato dall’Università e ad oggi risulta scomparso”.

“Dal 1978, quando è stata varata la legge che istituiva il sistema sanitario – ha proseguito -, in Umbria non c’è mai stato un buco di bilancio e non c’è mai stato il rischio di un Piano di rientro. Un buco di bilancio, che ad oggi viene quantificato a spanne tra i 40 e gli 80 milioni di euro, che può comportare un piano di rientro che bloccherebbe le assunzioni e metterebbe la tassazione al massimo con il rischio di dare un colpo di grazia al sistema sanitario pubblico regionale che è già in grande affanno”.

Il Pd dell’Umbria chiede quindi “chiarezza sui conti”, di sapere “dove sono finite le 1.550 assunzioni promesse dalla presidente Tesei in aula e mai arrivate” e “un piano straordinario di abbattimento delle liste di attesa poiché ad oggi la sanità pubblica in Umbria è inaccessibile, a favore di quella privata” con “intere prestazioni sanitarie che non sono prenotabili tra uno o due anni ma sono semplicemente inaccessibili”.

“Noi non abbiamo fatto una opposizione strumentale in questi due anni e mezzo perché abbiamo sempre offerto il nostro contributo” ha detto la capogruppo Pd in Assemblea legislativa, Simona Meloni. “Abbiamo portato avanti – ha aggiunto – una politica non fatta soltanto di no ma un opposizione costruttiva fatta anche di proposte. Questo è un Consiglio regionale che ormai è totalmente abdicato e sottoposto alle decisioni di una Giunta che va avanti a forza di delibere”.