L’Assemblea legislativa ha dato il via libera, con 12 voti favorevoli (Lega, FdI, FI), tre contrari (Fabio Paparelli e Simona Meloni, Pd, Thomas De Luca, M5s) e due astenuti (Vincenzo Bianconi, Misto, e Andrea Fora, Patto civico) a una proposta di legge del Gruppo consiliare della Lega (prima firmataria Paola Fioroni), successivamente firmata anche da Marco Squarta (FdI), che prevede modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 10/2014 ‘Testo unico in materia di commercio’.

Attraverso questa nuova normativa verrà consentito ai Comuni di contemperare il libero commercio con motivi imperativi di interesse generale quali le ragioni di salute pubblica, la tutela dei consumatori e la protezione dell’ambiente urbano. Verrà, quindi garantita l’autonomia territoriale nella definizione dell’assetto di regolamentazione nel commercio.

Le modifiche – spiega Palazzo Cesaroni – mirano sostanzialmente ad inserire disposizioni più puntuali ed incisive nella normativa vigente a livello regionale, in ordine all’attuazione di quanto previsto in materia di commercio dalla Direttiva Bolkestein. Relatore dell’atto in Aula è stato Stefano Pastorelli (Lega) che ha elencato, analiticamente, le modifiche previste all’interno dell’articolato. De Luca ha sottolineato il suo voto contrario sull’atto in quanto, in sede di Commissione, sono stati bocciati due suoi emendamenti dei quali ha ribadito, anche in Aula, l’importanza in quanto, ha detto, “miravano ad eliminare la tendenza speculativa rispetto ad autorizzazioni indiscriminate, da parte dei Comuni, per ampliamenti delle superfici senza che questo possa comportare la previsione di interventi di utilità sociale, soprattutto rispetto alle cosiddette aree marginali”.

“Il primo emendamento bocciato – ha aggiunto – prevedeva che gli oneri aggiuntivi che i Comuni possono attualmente applicare rispetto agli oneri di urbanizzazione primaria sulle grandi aree commerciali, venissero dunque destinati per i progetti vincolati alla riqualificazione delle aree marginali e dei centri minori; l’altro emendamento si riferiva direttamente alle aree marginali e ai centri minori e prevedeva che le risorse provenienti dagli oneri fossero prioritariamente spese per il completamento della connessione banda larga, presidi sanitari di emergenza-urgenza (defibrillatori) per aree particolarmente distanti da strutture ospedaliere, indipendenza energetica (energie rinnovabili), dissesto idrogeologico”. “Attraverso la modifica al Testo unico del commercio – ha sostenuto Paola Fioroni – possiamo andare incontro ad una serie di esigenze legate ad istanze promosse dai Comuni per perseguire una politica legata alla sicurezza, alla riqualificazione ambientale, alla lotta al degrado presente in realtà cittadine più o meno grandi. Sarà in questo modo possibile regolamentare uno sviluppo economico secondo caratteristiche e bisogni reali, aumentando sicurezza e potenzialità del tessuto socio economico. Sono state sostanzialmente recepite norme nazionali che a loro volta hanno fatto propria la direttiva Bolkestein. Viene in questo modo contemperato il libero commercio con motivi di interesse generale. I Comuni avranno gli strumenti necessari per programmare al meglio il loro tessuto urbano”.

Paparelli ha motivato il suo voto contrario per alcuni dubbi riferiti all’articolo sette, nello specifico per ciò che riguarda le sanzioni. “Non è chiaro – ha osservato – se la violazione delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione viene punita solo con la sanzione o viene prevista anche la revoca del provvedimento. In assenza di questa chiarezza può nascere il dubbio della possibilità di una sanatoria”.

Il progetto di legge mira ad integrare i principi e gli obiettivi della programmazione regionale in materia di commercio, inserendo un esplicito riferimento ai motivi imperativi di interesse generale e prevedendo dunque che il regolamento adottato dalla Giunta regionale avente ad oggetto la definizione dei criteri e delle modalità per l’attuazione di tali obiettivi debba essere adeguato anche nel rispetto dei motivi medesimi. Conseguentemente, viene integrata anche la disposizione che prevede la programmazione comunale, mediante l’inserimento di un esplicito riferimento ai motivi di interesse generale.

Poiché la programmazione comunale deve essere attuata anche nel rispetto di quanto disposto dal regolamento regionale, viene stabilito che la programmazione comunale, secondo i nuovi principi inseriti, debba essere adottata successivamente all’adeguamento da parte della Giunta regionale del regolamento regionale. Le modifiche proposte si limitano a richiamare i principi dettati dalla normativa statale in materia di commercio e, conseguentemente, a prevedere il relativo adeguamento ai principi medesimi da parte della programmazione regionale e comunale in materia. Vengono così inserite disposizioni di mera natura ordinatoria che non determinano alcun tipo di impatto finanziario nel bilancio regionale.

 

Soddisfazione Lega per modifica Testo unico sul commercio.

I consiglieri regionali della Lega esprimono “soddisfazione per l’approvazione in Assemblea Legislativa della proposta di legge di modifica del Testo unico sul commercio, con prima firmataria Paola Fioroni, sottoscritta da tutto il Gruppo e illustrata in Aula dal capogruppo Stefano Pastorelli”.

“Con questa legge la Lega conferma il suo impegno sulla sicurezza urbana – spiegano i consiglieri regionali – un tema da troppi anni trascurato dai governi regionali di sinistra, il cui immobilismo ha facilitato il proliferare in Umbria di situazioni di degrado a cui oggi vogliamo porre rimedio. Il dispositivo approvato a maggioranza vuole contemperare il libero commercio con motivi imperativi di interesse generale che attengono alla sicurezza, al degrado urbano, alla tutela dei consumatori e del patrimonio artistico e culturale della città, a ragioni di salute pubblica e a tutti quegli aspetti che incidono negativamente sulla qualità della vita dei cittadini. Attraverso questa legge viene recepita una normativa europea e nazionale che garantirà autonomia ai Comuni dell’Umbria nell’individuazione delle zone sensibili nel territorio di competenza nelle quali poter svolgere un’attività preventiva e successiva sulle aperture delle attività commerciali. In questo modo si potrà orientare lo sviluppo commerciale di determinate zone a rischio verso le reali necessità e sostenere la valorizzazione di aree sensibili riguardo aspetti di degrado e insicurezza. Altre Regioni avevano già inserito nelle proprie normative sul commercio questi dispositivi fondamentali in materia di sicurezza e ordine pubblico, ora anche l’Umbria, grazie al lavoro della Lega, potrà dotare le Amministrazioni comunali di questo strumento”.