Sono considerati appartenenti a due gruppi criminali, uno composto prevalentemente da soggetti di origine marocchina e l’altro da albanesi, in grado di rifornire le piazze di spaccio del territorio umbro di rilevanti quantitativi di marijuana, hascisc e cocaina, 25 i chili di droga complessivamente sequestrati, nove stranieri e un italiano nei confronti dei quali la guardia di finanza del comando provinciale di Perugia ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip, due di arresti domiciliari e otto dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (cinque anche di dimora nel comune di residenza).

Gli indagati sono residenti tra il capoluogo umbro e Ravenna. Le indagini, avviate lo scorso anno dalla sezione Goa del Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria, sono state condotte mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali e con l’utilizzo di sistemi di localizzazione satellitare che, unitamente ai più tradizionali servizi di appostamento, osservazione e pedinamento.

Personaggi “di spicco”, nell’ambito del contesto delineato – si legge in una nota diffusa dalla procura di Perugia -, sono risultati essere, in particolare, due marocchini, che avevano contatti con fornitori albanesi del ravennate.

Secondo la guardia di finanza, da questi acquistavano la droga, che veniva poi spacciata, attraverso una propria rete,, a Perugia, utilizzando come base logistica un bar in zona Ponte San Giovanni e i cui titolari sono estranei ai fatti.

Nel corso dell’indagine sono stati documentati 57 episodi di spaccio, con l’arresto, in flagranza, di una persona e il sequestro complessivo di circa 25 chili di marijuana, hascisc e cocaina, oltre a strumenti utilizzati per il taglio ed il confezionamento delle singole dosi.