In Umbria, nel 2020, sono stati 1.699 gli incidenti stradali, 45 i morti e 2.268 i feriti. Numeri che attestano una riduzione degli incidenti, a livello regionale rispetto al 2019, ma non in maniera altrettanto significativa di quelli mortali, mentre calano visibilmente i feriti. Nel 2019 sono stati infatti 2.306 i sinistri, 51 i morti e 3.222 i contusi. Questa la fotografia che emerge dai dati Istat presentati in conferenza stampa, mercoledì 15 dicembre, dal presidente dell’Automobile club Perugia Ruggero Campi insieme al direttore Maria Elena Milletti.

“Per quanto possano migliorare i numeri – ha commentato Campi – constatare che muoversi per lavoro o per piacere comporti menomazioni o addirittura morti è sempre una situazione tragica”. All’incontro – riferisce una nota dei promotori – è intervenuto anche il prefetto di Perugia Armando Gradone che ha ricordato come quello verso la sicurezza stradale sia un “impegno istituzionale”, promosso sia a livello nazionale che europeo, che sente in maniera “forte” e per questo crede nell’impegno comune degli attori coinvolti. Nella provincia di Perugia il trend regionale è confermato per quanto riguarda gli incidenti stradali passati dai 1.682 del 2019 ai 1.221 del 2020, mentre sono aumentati di una unità i morti, 36 lo scorso anno rispetto ai 35 del precedente. Ridotti i feriti, 1.670 nel 2020 a fronte dei 2.375 del 2019. Nel Perugino, la mortalità stradale ha interessato quasi esclusivamente i maschi di età adulta, mentre le donne decedute sono state due (tre in Umbria).

“Nella regione – ha ricordato Milletti – il 33 per cento dei decessi per incidente stradale coinvolge uomini tra i 30 e i 54 anni alla guida del proprio veicolo. L’utenza debole della strada rappresentata dai pedoni costituisce il 20 per cento dei morti con una maggiore incidenza sui soggetti con più di 65 anni di età”. “Rispetto agli anziani – ha ricordato Campi – come facciamo per altre categorie, abbiamo organizzato corsi per l’educazione alla sicurezza stradale avvalendoci dell’Autodromo di Magione, uno dei pochi impianti del centro Italia di riferimento non solo per lo sport motoristico, ma anche per questo tipo di attività.

Rispetto agli incidenti stradali dobbiamo maturare la consapevolezza che siamo allo stesso tempo vittime e protagonisti del problema e che ognuno di noi può fare qualcosa per cercare di migliorare la situazione”. In Umbria, nel 2020 gli incidenti sono avvenuti principalmente su strade urbane: il 54,7% in città. Un andamento che si conferma anche nella provincia di Perugia dove 641 incidenti su un totale di 1.221 (circa il 52,4%) è avvenuto nei centri abitati. L’autovettura privata continua a essere il veicolo maggiormente interessato dai sinistri e nella provincia di Perugia si tratta del 74, 58 per cento dei veicoli coinvolti.

“Sulla rete viaria principale – ha aggiunto Milletti – la frequenza di incidenti è inferiore alla media italiana, ma gli incidenti sono più gravi”. “Mancato rispetto dei segnali stradali, guida distratta e velocità troppo elevata – ha aggiunto Campi – sono le maggiori cause degli incidenti stradali e causano il 68% dei sinistri sia a livello regionale che provinciale. Questo mi porta a ricordare che quando guidiamo dobbiamo guidare e basta, non pensare a essere sempre connessi con le tante tecnologie che abbiamo a disposizione”. Infine, i mesi di luglio, agosto e settembre, sono quelli in cui si è registrato il maggior numero di incidenti (34% a livello regionale, 38,8 a livello provinciale).

Per quello che riguarda le strade, la Ss 003 Tiberina è quella con il più alto numero di incidenti, mentre la Ss 318 variante di Valfabbrica è quella con il più elevato indice di mortalità. Una strada questa che secondo il presidente Campi “va particolarmente attenzionata perché per la sua conformazione sembra consentire una velocità più elevata che però di fatto espone gli automobilisti a rischi elevati”.