
“Firmare quanto prima l’accordo di programma per Ast, in quanto ci sono tutte le condizioni per farlo, come atto che sostenga materialmente la transizione ecologica dell’azienda, per una maggiore compatibilità ambientale”. E’ questo il punto che ha visto concordi tutti i rappresentanti istituzionali e tutte le forze politiche questa mattina, nella sala consiliare di Palazzo Spada. nell’ambito della seduta della Terza commissione, convocata per l’audizione dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico Francesco De Rebotti. sul tema della firma dell’accordo di Programma.
“Questo è il primo appuntamento che mi vede all’esterno della sede regionale – dichiara l’assessore regionale Francesco De Rebotti – e sono felice di essere a Terni. Ringrazio il sindaco, il vicesindaco e tutti i consiglieri.
La sinergia e la collaborazione sono indispensabili per raggiungere risultati.
Il 18 dicembre, un mese fa, si è insediata la giunta regionale e la mia prima preoccupazione è stata quella di presentarmi perchè intendo mettere a disposizione il mio impegno per questo territorio su tanti progetti che riguardano tutte le mie deleghe.
È mia intenzione dedicare un appuntamento su questi temi per fare il punto e gettare la palla in avanti. Dobbiamo recuperare il senso di una stagione del Pnrr ormai agli sgoccioli, che non sappiamo che impatto avrà in termini di sviluppo e occupazionali, e predisporci a programmare e a intercettare nuove risorse per il sud dell’Umbria.
Questo entro breve tempo, in un paio di mesi dovremmo poter attivare questo confronto.
Sulle Acciaierie, la prima mia volontà è stata quella di farmi conoscere e accompagnare la conoscenza che ho di questa realtà a cui sono molto legato. Quindi l’incontro con Arvedi e poi con i sindacati e il comune di Terni, incontri nel corso dei quali abbiamo registrato elementi di novità e chiarezza.
Il tema è quello della firma dell’accordo e della messa a terra degli investimenti da parte di Ast, che in parte ha già iniziato a muoversi.
Rimane ad oggi un problema più volte sollecitato dall’azienda che è quello dei costi energetici, il fattore che frena la firma dell’accordo. La verifica tecnica sui costi prevede un impegno della Regione e Governo.
È Indubbio che la vicenda possa essere gestita in maniera innovativa dal 2029 in poi e la Regione su questo è già impegnata per rivedere la regge regionale delle concessioni a favore di tutte le imprese del territorio. Nei prossimi giorni dovremo entrare nel merito e discutere di ipotesi di presa in carico da parte del Governo della gestione contingente dei costi energetici.
Lo sforzo da fare è nella direzione di mantenere l’area a caldo, quella più sensibile ai costi energetici.
Questa fase serve concentrarci a sostenere, a più livelli istituzionali, questa fase che è anche rivendicativa e chiedere la firma, la messa a terra investimenti, la revisione del piano industriale.
“Ringrazio l’assessore – afferma l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Terni Sergio Cardinali – per la chiarezza con cui ha trattato un argomento fondamentale per il nostro territorio.
Abbiamo tutti ben chiaro che un conto è una Terni con l’accordo e un conto una senza, ma dobbiamo mettere alcuni paletti.
Due elementi vanno tenuti in considerazione: l’accordo nasce per trovare un nuovo equilibrio tra l’ambiente e la fabbrica, imprescindibile, e il il piano industriale non può essere modificato in base agli umori del momento. In questo dibattito si è parlato del magnetico. La produzione del magnetico era fondamentale per tutto il territorio nazionale già quando venne chiuso. Oggi c’è la volontà di riavviare questa produzione per la quale la transizione energetica diventa fondamentale.
Il problema del costo dell’energia è chiaramente collegato alla scelta di non volere il nucleare e questo comporta una perdita di competitività per il nostro Paese. Se l’Europa tutta vuole mantenere un sistema manifatturiero che ha fatto la storia, il costo energetico deve essere uguale per tutti i paesi europei. Non possiamo rimanere fermi sulla idea che l’energia possa derivare solo da fonti fossili e rinnovabili. Il fabbisogno energetico richiede di fare un passo verso altre fonti.
Dobbiamo fare in modo che Ast metta a terra il piano industriale e sottoscrivere l’accordo prima possibile e sulla base di questo accordo, che individua anche una responsabilità sociale, ricostruire il rapporto tra l’azienda e la città.
“Ringrazio la giunta regionale e l’assessore – dichiara il sindaco Stefano Bandecchi – per essere venuto con una sollecitudine che dimostra che il rapporto con Terni vuole essere serio costruttivo e dinamico.
Non vorrei sembrare inopportuno, dunque, nel rompere un idillio istituzionale parlando con franchezza. Sposo in pieno le sue parole, ma dobbiamo uscire da qui con una situazione vera. Lei ha detto che come Regione, Comune e Governo dovremmo avere un’idea precisa da presentare all’azienda. Rispetto a questo devo mettere dei punti focali, nell’ottica della collaborazione. Non perda tempo assessore a studiare un dossier, perché tutto era già stato fatto dalla Regione. L’accordo di programma è già stato raggiunto ed è stato fatto solo per un motivo: il disinquinamento della città. Si è conclusa un’operazione al ministero che riguarda il settore ecologico. Non è un accordo industriale produttivo che può riguardare l’investimento energetico.
Noi, Comune e Regione, oggi non possiamo fare niente se non dire all’Ast che i ternani non vogliono più respirare questa aria.
Dobbiamo dirlo con fermezza altrimenti stiamo dando un vantaggio che non capisco. L’accordo ad ottobre era stato raggiunto e doveva essere firmato. Io dissi al ministro Urso che non è possibile aiutare un’azienda e non le altre. Io chiedo a lei assessore di impegnarsi con me a pretendere che Arvedi si presenti a firmare l’accordo. Arvedi a Cremona non ha chiesto sconti”.