Con 22 voti a favore (AP, PD) e 6 astenuti (FDI e indipedenti) il consiglio comunale di Terni ha votato un atto di indirizzo sulla vicenda dell’accordo di programma di Ast. Un documento, presentato dal Pd e poi fatto proprio dalla maggioranza, che chiede che si stringano i tempi sull’intesa e che in particolare vengano affrontati i temi della questione energetica, quella ambientale e quella relativa al piano industriale, in un’ottica di riconversione che possa assicurare futuro al polo siderurgico di Terni e la sua competitività internazionale.
Il documento approvato oggi è stato presentato ad aprile e contiene dei punti che l’aula ha dato per attuati, come quello che riguarda la discarica di Valle, per la quale è stato approvato il nuovo piano di sfruttamento e di salvaguardia ambientale.
Ecco l’atto:
“La sfida della siderurgia e, in essa, quella degli acciai speclali è un cardine delle prospettive industriali del paese così come la difesa del ruolo strategico di AST è centrale per il rilancio del sistema economico-sociale territoriale. Non c’è futuro per Terni città moderna e sviluppata senza un sistema industriale solido, plurale e interconnesso che faccia da volano all’intero territorio.
Due anni dopo i primi annunci e il passaggio di proprietà dell’Accial Speciali Terni, la firma dell’Accordo di Programma rimane centrale per sostenere il piano di investimenti, da circa un millardo di euro, necessario a incrementare le produzioni, rilanciare l’acciaio magnetico, completare la riconversione energetica e ambientale dello stabilimento ma anche per immaginare una prospettiva per l’occupazione che vada oltre il semplice mantenimento dell’attuale e che punti a un rinnovato know-how e all’alta specializzazione. Rispetto alla vertenza del 2014, il tema non è più semplicemente la difesa dell’area a caldo e del milione di tonnellate di acciaio colato ma la necessità di un piano ambizioso che proietti AST verso la sfida della sostenibilità e della decarbonizzazione del ciclo produttivo, che porti alla riduzione del costi di trasformazione e a una rimodulazione e ampliamento del mix produttivi e, conseguentemente, dei mercati.
In questo senso è di grande importanza, e andrebbe approfondita in tutte le sedi associative e istituzionali, la disponibilità, per ora solo annunciata, del gruppo Arvedi in merito a progetti di intervento nel tessuto sociale e comunitario di Terni, sull’esempio di quanto Il gruppo ha efficacemente realizzato a Cremona, e a un tavolo di confronto col territorio. Debbono accogliere l’iniziativa e incalzare l’azienda ad estendere il concetto di investimento non solo in termini tecnologici ma anche in termini di solidità e rigenerazione della dimensione culturale e urbana di Terni.
C’è una questione di tempi, per la nostra comunità, per l’Acciai Speciali Terni e per l’economia del settore e nazionale; accanto all’impegno industriale e imprenditoriale servono, dalla politica locale e nazionale, risposte e piani che favoriscano la difesa di un mercato decisivo, cost come, dall’azienda, strategie commerciali chiare da mettere tempestivamente in campo. Il tutto in un quadro di rapporti tra AST e indotto sempre più complesso, come testimoniato anche dalla recente, preoccupata, presa di posizione di Confartigianato Imprese, in un contesto in cui sono chiamati ad operare sempre meno subappaltatori locali e in un quadro regionale fragilissimo dove continua il declino del lavoro autonomo e della piccola-media impresa, cala la forza lavoro (in Umbria più che altrove, -12 mila in soli 4 anni) e aumentano le persone inattive.
In questo quadro le criticità principali da prendere in esame sono molteplici. I costi dell’energia, rischiano di danneggiare pesantemente la competitività di un’azienda che opera in un mercato di nicchia e con competitors a livello mondiale. La questione della riconversione a idrogeno dell’acciaierie è cruciale ma richlede, con ogni evidenza, un quadro di riferimento nazionale di accompagnamento, in considerazione, anche della presenza nel territorio, confinante con AST e storicamente collegato anche se separato in termini di assetti proprietari, del maggior polo di produzione idroelettrica del Paese. In questo caso non è di secondaria rilevanza la concessione di sfruttamento in capo alla Regione.
Per le infrastrutture restano tutt’ora, e vanno urgentemente risolti, i nodi oramai storici che pesano sul trasporto del prodotti (con particolari criticità per la produzione di grandi fucinati). Resta decisivo il completamento di alcune opere: Il collegamento stradale con il Tirreno e in particolare con il porto di Civitavecchia con la trasversale Terni-Orte-Civitavecchia e il superamento dell’abitato di Monte Romano; il completo raddoppio della tratta ferroviaria Orte-Falconara. Il tema dei collegamenti ferroviari con / porti del Tirreno e dell’Adriatico è particolarmente decisivo se si considera che, per AST, la percentuale di trasporto su rotaia è pari al 30% circa dello spedito totale, contro una media nazionale del trasporto su ferrovia del 5-10%; di fondamentale importanza resta anche la bretella Terni Est-AST per lingresso diretto allo stabilimento, evitando che i mezzi pesanti passino all’interno della città.
Il tema della discarica industriale è cruciale per il futuro dell’acciaieria e la notizia di un possibile accordo tra Comune di Terni e azienda (dopo una fase lunga e confusa di polemiche stucchevoli e disinformate) potrebbe rappresentare finalmente un passo in avanti. La discarica necessita di idonei sistemi di drenaggio e di impermeabilizzazione. Ciò ha indotto, a quanto è dato di sapere, l’azienda a promuovere la ricerca di una soluzione definitiva incaricando uno del maggiori esperti del settore di valutare un intervento che consentirebbe di realizzare la sistemazione tecnica e messa in sicurezza definitiva della vecchia discarica comunale di RSU, il reperimento delle volumetrie necessarie per lo smaltimento dei residui industriali prodotti dall’azienda e il recupero e riciclo dei materiali utili e la sistemazione dell’area.
Per quanto concerne le strategie commerclall va ricordato che Thyssen Krupp aveva centralizzato le politiche commerciali in Germania. Conseguentemente l’assenza di un radicamento locale delle strategie di vendita, unito ad un quasi completo turn-over del personale con responsabilità ha portato a notevoli difficoltà nella definizione di efficaci e adeguate politiche commerciali. Il 2023 è stato complessivamente un anno difficile per l’acciaio inox europeo, e anche Italiano: si è registrato un forte calo di produzione, commercio estero e domanda; tutto ciò è stato particolarmente sentito a Terni e non si può pensare che tutto clò non sia legato anche alle politiche commerciali e, indirettamente, al camblo di proprietà (il mercato dell’acciaio al carbonio e quello degli acciai speciali sono completamente differenti).
Sul versante occupazionale occorre registrare una serie di assunzioni di responsabilità del gruppo Arvedi che i sindacati aziendali, di categoria e confederali hanno valutato positivamente e che vanno apprezzate: la risoluzione della complessa vicenda legata agli ex lavoratori TCT, l’assorbimento in pianta stabile dei lavoratori interinali e il mantenimento dei livelli occupazionali rappresentano, ovviamente, un punto di partenza solido, che marca una netta differenza rispetto ad infausti precedenti come la gestione Morselli.
Non vanno, però, trascurati alcuni aspetti fondamentali. Un piano di investimenti e industriale come quello che prospetta la proprietà, serve un impegno, ovviamente legato all’Accordo di Programma e al Piano Industriale, su un futuro incremento della forza lavoro. Va considerato inoltre che, anche se, nel biennio 2022-2023, Arvedi non ha messo in campo una politica di riduzione del personale, tuttavia (fisiologicamente con un cambio di proprietà), si sono registrate fuoriuscite che hanno inevitabilmente avuto ripercussioni sul know-how aziendale. Se si pensa di costruire un futuro produttivo oltre il milione di tonnellate, con il ritorno del magnetico e la ripresa di mercato del fucinati, il solo mantenimento dei livelli occupazionali attuali non basta.
In conclusione, come più volte sottolineato anche dalle organizzazioni sindacall, emerge come sia fondamentale il ruolo del Governo e delle istituzioni locall per giungere ad un accordo di programma con impegni precisi e certi per risolvere le questioni aperte. Il Governo, inoltre, va chiamato in causa anche in merito alla improcrastinabile predisposizione di un plano nazionale della siderurgia che permetta di delineare un quadro complessivo dove collocare in modo interconnesso gli acciai speciali.
Il Consiglio Comunale impegna la Giunta a una iniziativa positiva volta ad assumere un ruolo di pieno protagonismo e di completa assunzione delle proprie responsabilità da parte dell’Amministrazione Municipale di Terni, nella necessaria interlocuzione con la Regione Umbria e il -GOverno nazionale, rispetto ai punti sopraelencati”.