“Avviare il ripristino di tutti i reparti (Medicina, Chirurgia, Cardiologia, Utic, Urologia, Ortopedia, Ostetricia con Punto Nascita, Pediatria, Ginecologia, Oncoematologia, Terapia Intensiva, Oculistica) e di tutti i servizi ospedalieri che risultavano attivi presso l’Ospedale “San Matteo degli Infermi” di Spoleto, prima che lo stesso venisse trasformato in Ospedale Covid, riportando così il livello di assistenza medica ad uno standard adeguato rispetto a quello previsto per nosocomio Dea di primo Livello”. E’ quanto chiedono alla Giunta regionale i consiglieri di minoranza Michele Bettarelli, Tommaso Bori, Simona Meloni, Fabio Paparelli (PD), Vincenzo Bianconi, Donatella Porzi (Gruppo Misto) e  Thomas De Luca (M5S), annunciando di aver “depositato nei giorni scorsi una mozione che sarà discussa in Aula il prossimo 23 gennaio. Si tratta di un’iniziativa intrapresa anche a seguito della mozione approvata dal Consiglio comunale di Spoleto e fatta pervenire ufficialmente al presidente dell’Assemblea legislativa Marco Squarta nei giorni scorsi”.

“Riteniamo doveroso che il Consiglio regionale accolga le istanze provenienti dal territorio spoletino – sottolineano i consiglieri – ed arrivi ad impegnare formalmente la presidente della Regione e l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, a proseguire con l’integrazione dei plessi ospedalieri di Foligno-Spoleto-Valnerina, purché venga assicurata pari dignità ad ogni struttura, valorizzando, in particolare, il ‘San Matteo degli Infermi’ quale unico ospedale Dea di I Livello all’interno dell’area cratere del sisma 2016”.

“Occorre inoltre – aggiungono – riconoscere all’Ospedale di Spoleto l’autonomia tecnico-operativa e gestionale necessaria anche a valutare ogni proposta di integrazione delle specialistiche con altri ospedali dell’Umbria. Per questo motivo chiediamo di rivalutare anche  l’ipotesi di ‘codice unico ospedaliero’ previsto per il polo Foligno-Spoleto-Valnerina. Spiace dover constatare che la Giunta regionale, non curante delle giuste rivendicazioni portate avanti dall’amministrazione comunale e dalle associazioni del territorio, stia adottando una serie di atti che, sulla scorta del famigerato progetto ‘Terzo Polo Ospedaliero Regionale’, hanno di fatto già determinato un ridimensionamento del presidio ospedaliero di Spoleto, prevedendo per lo stesso residue attività programmate a bassa intensità terapeutica con attitudine prevalentemente geriatrica e ambulatoriale”.

“Tenuto conto del preoccupante stato di salute della sanità pubblica regionale, che rischia di essere ulteriormente aggravato dal piano di riassetto deliberato lo scorso 28 dicembre dalla Giunta regionale, è giunto il momento – concludono i promotori della mozione – di ridefinire un quadro in cui il nosocomio spoletino venga finalmente rimesso nelle condizioni di svolgere appieno il ruolo di Ospedale Dea di I livello, pienamente integrato con il resto della rete ospedaliera regionale”.“Avviare il ripristino di tutti i reparti (Medicina, Chirurgia, Cardiologia, Utic, Urologia, Ortopedia, Ostetricia con Punto Nascita, Pediatria, Ginecologia, Oncoematologia, Terapia Intensiva, Oculistica) e di tutti i servizi ospedalieri che risultavano attivi presso l’Ospedale “San Matteo degli Infermi” di Spoleto, prima che lo stesso venisse trasformato in Ospedale Covid, riportando così il livello di assistenza medica ad uno standard adeguato rispetto a quello previsto per nosocomio Dea di primo Livello”. E’ quanto chiedono alla Giunta regionale i consiglieri di minoranza Michele Bettarelli, Tommaso Bori, Simona Meloni, Fabio Paparelli (PD), Vincenzo Bianconi, Donatella Porzi (Gruppo Misto) e  Thomas De Luca (M5S), annunciando di aver “depositato nei giorni scorsi una mozione che sarà discussa in Aula il prossimo 23 gennaio. Si tratta di un’iniziativa intrapresa anche a seguito della mozione approvata dal Consiglio comunale di Spoleto e fatta pervenire ufficialmente al presidente dell’Assemblea legislativa Marco Squarta nei giorni scorsi”.

“Riteniamo doveroso che il Consiglio regionale accolga le istanze provenienti dal territorio spoletino – sottolineano i consiglieri – ed arrivi ad impegnare formalmente la presidente della Regione e l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, a proseguire con l’integrazione dei plessi ospedalieri di Foligno-Spoleto-Valnerina, purché venga assicurata pari dignità ad ogni struttura, valorizzando, in particolare, il ‘San Matteo degli Infermi’ quale unico ospedale Dea di I Livello all’interno dell’area cratere del sisma 2016”.

“Occorre inoltre – aggiungono – riconoscere all’Ospedale di Spoleto l’autonomia tecnico-operativa e gestionale necessaria anche a valutare ogni proposta di integrazione delle specialistiche con altri ospedali dell’Umbria. Per questo motivo chiediamo di rivalutare anche  l’ipotesi di ‘codice unico ospedaliero’ previsto per il polo Foligno-Spoleto-Valnerina. Spiace dover constatare che la Giunta regionale, non curante delle giuste rivendicazioni portate avanti dall’amministrazione comunale e dalle associazioni del territorio, stia adottando una serie di atti che, sulla scorta del famigerato progetto ‘Terzo Polo Ospedaliero Regionale’, hanno di fatto già determinato un ridimensionamento del presidio ospedaliero di Spoleto, prevedendo per lo stesso residue attività programmate a bassa intensità terapeutica con attitudine prevalentemente geriatrica e ambulatoriale”.

“Tenuto conto del preoccupante stato di salute della sanità pubblica regionale, che rischia di essere ulteriormente aggravato dal piano di riassetto deliberato lo scorso 28 dicembre dalla Giunta regionale, è giunto il momento – concludono i promotori della mozione – di ridefinire un quadro in cui il nosocomio spoletino venga finalmente rimesso nelle condizioni di svolgere appieno il ruolo di Ospedale Dea di I livello, pienamente integrato con il resto della rete ospedaliera regionale”.