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“A luglio l’Umbria è risultata essere la seconda regione più cara d’Italia e Perugia la sesta città. Un dato allarmante che deve interrogare la politica e la Giunta regionale alla quale chiediamo di convocare un tavolo straordinario di confronto con le associazioni dei Consumatori, del mondo del Commercio e gli stakeholders preposti, per stabilire azioni mirate e concrete a contrastare il rialzo dei prezzi”. E’ quanto dichiarano i consiglieri regionali Fabio Paparelli, Simona Meloni, Michele Bettarelli e Tommaso Bori (PD) e Vincenzo Bianconi (Gruppo Misto).

“L’Istat – spiegano i consiglieri di opposizione – ha infatti reso noto di recente i dati relativi all’inflazione registrata nelle regioni, in base ai quali l’Unione nazionale consumatori ha stilato la classifica delle città e delle regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. Dopo la Liguria e prima della Lombardia, l’Umbria è la seconda regione più cara: la crescita dei prezzi è del 6,7% e implica un’impennata del costo medio della vita pari a 1.513 euro per famiglia annuo.  Ma l’Umbria colloca al sesto posto della classifica delle città più care anche il proprio capoluogo: con un aumento del 6,9% e dove il costo della vita supera la media regionale e arriva a 1585 euro. A Terni l’aumento è comunque consistente e pari di 1.470 euro.  Prendendo atto dell’assoluta assenza del Governo regionale su queste importanti tematiche è urgente che dalla maggioranza si muova una richiesta che vada al di là di iniziative sporadiche e con un limitato impatto e coinvolga direttamente tutti gli enti competenti”.

“In particolare in Umbria – evidenziano – nonostante il calo dell’inflazione, si registrano aumenti dei prezzi dei beni di prima necessità come pasta, pane, cereali, ortofrutta e latte al di sopra della media e tuttavia, gran parte di questi incrementi non trovano un’effettiva giustificazione. Ciò sta mettendo in seria difficoltà soprattutto le famiglie, rispetto alle quali, non ci sembra che stiano arrivando risposte adeguate da parte delle istituzioni. Anzi, l’allarme lanciato da più parti sul caro benzina è caduto nel vuoto. Auspichiamo pertanto l’immediata convocazione di un tavolo regionale, al quale, se invitati, non mancheremo di offrire il nostro contributo su un tema cruciale per le famiglie umbre, specie per quelle meno abbienti”.