- Radio Galileo - https://www.radiogalileo.it -

“I canoni idroelettrici diventino reale ricchezza per Terni”, c’è l’Ok del consiglio comunale

Posted By Redazione Galileo On 2 agosto 2023 @ 18:17 In Politica

Il Consiglio Comunale di Terni nel tardo pomeriggio di martedi ha votato un atto di indirizzo che riguarda l’utilizzo per Terni dei canoni idroelettrici e più in generale dei proventi derivanti dai numerosi impianti presenti sul territorio.

Un atto presentato da Alternativa Popolare e che poi ha trovato gli emendamenti e la condivisione del Pd, del Movimento Cinque Stelle e di Innovare per Terni. Questa minoranza ha votato insieme alla maggioranza.
I consiglieri di centrodestra si sono astenuti, in quanto, a loro dire, pur condividendo la filosofia di fondo del documento, è necessario un approfondimento in commissione. I consiglieri di Fdi e Fi hanno parlato di “astensione tecnica”.
24 i sì, 4 le astensioni.

L’atto sollecita ”la Regione Umbria a destinare, per i prossimi dieci anni, a decorrere dal 1.1.2024, tutte le somme incassate da ENEL, relativamente ai canoni idroelettrici prodotti dalla Centrale di Galleto e come tali appartenenti al territorio ternano, al fine di realizzare il nuovo ospedale di Terni;
a sollecitare la Regione Umbria a riconoscere al Comune di Terni una congrua somma a titolo indennitario per le mancate erogazioni delle somme incassate per i canoni idroelettrici;
a sollecitare ENEL, quale concessionario storico e quale ultimo avente causa nella gestione dell’asset idroelettrico, a indennizzare il territorio ternano per danni economici e non economici cagionati a Piediluco dalla variazione idrometrica intensiva, nonché all’area della Cascata delle Marmore e all’intera città di Terni per via della chiusura del flusso fluviale del Velino della Marmore;
a incalzare ENEL per la copertura al 100% delle bollette elettriche dei residenti ternani, a maggior ragione considerando che il polo idroelettrico di Terni genera una quantità di energia tale da assolvere al fabbisogno di circa 2.000.000 di persone;
a chiedere a ENEL convenzioni speciali a vantaggio della bolletta elettrica di tutte le imprese locali, evitando ovviamente di incorrere nelle sanzioni UE per eventuali aiuti di stato;
a proporre, considerato che la Cascata delle Marmore potrebbe essere aperta, come orario fruibile, dalle 9 a mezzanotte e considerando che nel 2022, in base agli orari indicati nel sito indicato, è stata aperta per meno del 24% dell’orario sopra indicato, l’apertura della stessa per almeno il 50% dell’orario fruibile;
a  promuovere la costituzione di una propria società municipalizzata idroelettrica, finalizzata a compartecipare la gestione e la rendita, sulla scorta delle vigenti leggi nazionali e della normativa regionale esistente”.

Il documento premette che “il territorio del Comune di Terni è sede di impianti idroelettrici tra i più importanti d’Italia e d’Europa; tali impianti constano complessivamente di 19 centrali.
Al riguardo le due più rilevanti sono quelle di Galleto-Monte S.Angelo e di Monte Argento, site proprio nel Comune di Terni.  Il polo idroelettrico si compone poi di sette dighe e quattro serbatoi (Piediluco, Salto, Turano, Corbara), per una produzione media annua pari 1,3 terawattora c.a (e 1,5 terawattora c.a, aggiungendo all’asta fluviale Nera-Velino quella del Tevere): il 75% circa di tale energia è a sua volta generata dalle potenti centrali di Terni;
che l’attuale assetto di produzione idroelettrica di grande derivazione fu costruito tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’70, quando, con la costruzione della sezione di Monte S. Angelo, fu pressoché raddoppiato l’impianto di Galleto, inaugurato nel 1929;
che ENEL ha gestito tali impianti dalla nazionalizzazione del 1963 sino al 1999 attraverso varie proroghe. Nel 1999 fu liberalizzato il mercato energetico anche in Italia su indicazione dell’Unione Europea: ENEL, dopo aver costituito Elettrogen, rispettando il piano di privatizzazione previsto dal Governo, pose a gara la concessione di questi impianti a energia rinnovabile, unitamente ad altri: Endesa si aggiudicò la concessione, poi ceduta nel 2008 a EON. Questa impresa la rimise in seguito sul mercato ed ERG l’acquistò nel 2015, fino a quando, nel 2022, è subentrata ENEL;
che con il passaggio della gestione della concessione idroelettrica dallo Stato alle Regioni (D.L. 79/99), sin dal 2000 la Regione Umbria ha incassato un canone pari a € 14 per ogni kilowatt di potenza nominale; dal 2017 tale canone è stato incrementato a € 32/kW; infine, da quest’anno, salirà a € 40/kW.
che al Comune di Terni, sin dai tempi della liberalizzazione e per 17 anni di seguito, la Regione Umbria non ha mai stornato nulla rispetto ai € 4 milioni annui riscossi per canoni relativi al polo idroelettrico locale –per tre quarti del valore si tratta di canoni afferenti le centrali collocate a Terni: la Regione Umbria ha così percepito circa 50 milioni di euro totalmente nostri, senza tuttavia restituire a Terni alcunché;
che successivamente la Regione Umbria ha raddoppiato i canoni ai concessionari di grande derivazione, ma degli otto milioni incassati annualmente dall’Ente dal 2017, Palazzo Donini ha deciso con legge di erogare appena un milione e mezzo a Terni, sotto strette condizionalità;
che lo stesso Comune di Terni non ha ricavato alcunché dal vorticoso mercato della concessione idroelettrica locale, acquistata dalle multinazionali dell’energia per cifre sempre più alte, a dispetto della riduzione degli anni residui di gestione in capo ai privati (per legge la scadenza della concessione è fissata tassativamente all’aprile 2029). In particolare, ERG acquisì la concessione da EON per € 950 milioni nel 2015, con 14 anni di gestione rimanente; ENEL ha invece ottenuto la concessione da ERG per 1,226 mld nel 2022, con appena sette anni restanti.
Considerato “che nella relazione tecnico descrittiva del “programma di interventi urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico del Comune di Terni – Lavori di consolidamento delle sponde del lago di Piediluco – I° Stralcio” si affermava che “a seguito dei sopralluoghi effettuati sono stati evidenziati segni di dissesti strutturali causati anche dalle continue variazione del livello delle acque lacustri, con escursioni giornaliere di circa un metro, causate dall’uso della centrale idroelettrica posta a valle del bacino. Tali variazioni hanno conseguentemente causato fenomeni di erosione del terreno e il trasporto di materiale solido lungo le sponde del lago”;
che il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche presso la Corte d’Appello di Roma, nella CTU a firma Sergio Di Lisio (R.G. 12/2008), prodotta nel settembre 2009, ha stabilito che l’utilizzo del Lago di Piediluco quale mero bacino di carico delle centrali a valle, starebbe concausando danni gravi all’abitato e alle sponde, con un notevole dissesto idrogeologico; l’intero paese stesso, secondo la CTU, rischia “lo scivolamento nel lago” e pertanto esso dovrebbe essere “classificato come area di frana”;
che alcuni edifici dovrebbero essere pertanto posti in sicurezza per evitare addirittura il “collasso strutturale”, come riporta la perizia del citato Tribunale;
che la stessa consulenza tecnica individua tra le cause del dissesto proprio la quotidiana variazione di livello (pp. 54, 63, 65 cit.), determinata dall’ipersfruttamento dello specchio lacustre quale bacino di servizio delle centrali idroelettriche, sebbene la variazione idrometrica sia rispettosa dei limiti assentiti dai disciplinari di concessione;
che altri studi e approfondimenti apparsi anche in RAI, valutano come tale problema venga ulteriormente peggiorato dalla repentinità dell’invaso-e-svaso del lago, che segue i ritmi incalzanti della Borsa elettrica, a causa di picchi di prezzo tipicamente presenti in uno stretto arco orario del mattino e del tramonto;
che frattanto, secondo ARPA Umbria, i terreni prospicienti lo specchio d’acqua scivolano verso il lago di 15 millimetri annui, senza che si faccia alcunché, se non costosi tentativi di stabilizzazione delle sponde che procedono ininterrottamente dal lontano 1980, prima con blocchi di pietra e poi tramite palificazioni, senza tuttavia aggredire il problema a monte”.

Atteso che “la stessa Cascata delle Marmore, con la sua rupe e i suoi salti, risente di rilevanti problemi di dissesto: l’effetto bagnasciuga determinato dall’apertura e chiusura del flusso non aiuta certo a fronteggiare tali fenomeni;
ciò è tanto vero che, per la riduzione del rischio idrogeologico indotto anche dall’interferenza dell’effetto bagnasciuga, il Ministero dell’Ambiente ha finanziato con un milione di euro un nuovo progetto per la messa in sicurezza della sinistra idraulica del fiume Velino, all’altezza della Specola;
che la chiusura del flusso provoca inoltre un danno a flora e fauna acquatica, risultando agli antipodi delle prescrizioni europee sul deflusso minimo vitale;
che pure il giro economico fecondamente innescato dall’attrattività della Cascata delle Marmore risulta fortemente danneggiato dalle scarse ore di apertura del flusso, con pregiudizio per l’intera città”.


Article printed from Radio Galileo: https://www.radiogalileo.it

URL to article: https://www.radiogalileo.it/politica/2023/08/02/159390-i-canoni-idroelettrici-diventino-reale-ricchezza-per-terni-ce-lok-del-consiglio-comunale

URLs in this post:

[1] Redazione Galileo: https://www.radiogalileo.it/author/redazione-galileo

Copyright © 2014 Radio Galileo. All rights reserved.