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“Se non bastassero i campanelli d’allarme, le lamentele dei cittadini e le proteste continue, a sancire il peggioramento delle condizioni della sanità in Umbria è l’XI Rapporto del Crea, il Centro per la ricerca economica applicata alla sanità sulle performance regionali, per il quale l’Umbria è sprofondata in terza fascia, ad un passo dalle regioni del sud dove si confermano più critici i livelli di assistenza”. Lo dichiara il consigliere regionale Tommaso Bori (Pd – il vice presidente della Commissione Sanità) commentando il Rapporto “che assegna all’Umbria un punteggio dello 0,4 in un contesto che prende in esame 18 parametri valutati da 105 esperti, tra rappresentanti delle istituzioni, dell’industria medicale, delle professioni sanitarie e degli utenti”.

“La collocazione dell’Umbria – spiega Bori – è così la peggiore del centro Italia, inferiore anche a quella del Lazio. Un continuo scivolamento quindi verso il basso, dopo che nel 2018 e nel 2019 l’Umbria era prima e seconda regione benchmark. Analizzando invece l’accesso a farmaci e Pronto soccorso, l’incidenza della spesa privata delle famiglie, la rinuncia alle cure per motivi economici, l’integrazione socio sanitaria, la spesa sanitaria, il fascicolo sanitario elettronico, l’ospedalizzazione evitabile e diversi altri parametri comunque riconducibili ad appropriatezza, equità, sociale, innovazione e conti l’Umbria non se la passa affatto bene. E in questo quadro la Giunta regionale continua a restare inerme, avviandosi ormai all’ultimo anno di legislatura senza essere stata in grado di incidere in alcun settore. Una pessima notizia per i cittadini, ancora costretti a migrare per l’Umbria per una prestazione, oppure ad aprire il portafogli per rivolgersi al privato”.