“I comuni hanno il dovere di fare una battaglia contro l’autonomia differenziata perchè svuota la nostra Repubblica, mette in difficoltà regioni come l’Umbria e in particolare città come Terni”. Così l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, all’incontro pubblico organizzato al gazebo del Movimento 5 Stelle in Largo Passavanti a sostegno del candidato sindaco Claudio Fiorelli. “Avere un sindaco come Claudio Fiorelli, che ha espresso la sua netta contrarietà all’autonomia differenziata, alla guida del Comune di Terni sarebbe stupendo. Che senso della patria è questo? La nostra patria è quella che rispetta la Costituzione e per questo è importante che la città dia fiducia a una persona come Claudio Fiorelli” ha aggiunto l’ex presidente della Camera.

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Insieme al candidato sindaco del Polo Alternativo Claudio Fiorelli, sostenuto dalle liste del Movimento Cinque Stelle, Bella Ciao e Terni Conta, hanno partecipato all’incontro Emma Pavanelli, capogruppo commissione attività produttive alla Camera, il consigliere regionale e coordinatore M5S Umbria Thomas De Luca, e il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo: “L’autonomia differenziata penalizza tutte le regioni del centro-sud ma sbagliano anche quelli che a nord pensano che vada a loro favore perchè quando ci si gioca l’unitarietà dei diritti, a partire dal contratto nazionale di lavoro, si perde tutti – ha detto Acerbo – il governo usa il tricolore per prendere in giro la gente. Dicono di essere sovranisti, in realtà fanno il Paese a pezzi. Altro che Fratelli d’Italia, sono traditori della patria. Bisogna dire no all’autonomia differenziata per tutelare il diritto alla sanità pubblica, alla scuola pubblica, i diritti sociali ed evitare che i soldi non vengano distribuiti su tutto il territorio nazionale”.

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Nota stampa della lista dei consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle per Claudio Fiorelli sindaco

Quarantacinque anni fa la mafia uccise Peppino Impastato, un fatto drammatico che oggi sembra avvenuto in un altro mondo e in un’altra cultura. Oggi l’approccio delle mafie è cambiato e anche l’Umbria non è più un’isola felice. Nessuno avrebbe mai pensato che a decenni di distanza da quei fatti, Terni oggi fosse al vertice della classifica italiana rispetto alle infiltrazioni mafiose nel tessuto industriale (classifica Ipco 2020). Una città senza anticorpi economici e culturali che sta scivolando sempre più velocemente nelle dinamiche di quei territori dove le istituzioni hanno perso il controllo. Un problema probabilmente non percepito dalla popolazione seppur si manifesti con questioni anche palesi nella sicurezza, nell’ordine pubblico e nel degrado. Basti ricordare le intercettazioni della Dda di Perugia dove un giovane boss dei Casalesi dichiarava: “Sono il padrone di Terni”. Un fronte su cui non abbiamo timore di accendere un faro, come figli di una città che non piega la testa e non è in vendita. In linea con i principi che hanno animato chi questa terra l’ha liberata anni fa dal nazi-fascismo per garantire a tutti di vivere in democrazia con solide istituzioni che non si lasciano sostituire da elementi sovversivi che troveranno da parte nostra alcuna tolleranza.

Redazione Galileo ^[5]