In vista delle prossime elezioni amministrative a Terni, Cia Agricoltori italiani dell’Umbria si è fatta portavoce per lanciare un appello al futuro sindaco affinché si impegni nella realizzazione di un mattatoio territoriale coinvolgendo anche i comuni limitrofi. E lo ha fatto con un incontro in cui ha invitato a partecipare i sette candidati a diventare primo cittadino di Terni.

Insieme a Matteo Bartolini, al presidente di Cia Umbria, Fabrizio Busti, il presidente di Cia Terni, Mario Illuminati, imprenditore e membro del comitato esecutivo regionale di Cia con delega alla zootecnia, Romeo Corazzi, Asl Umbria 2, i candidati a sindaco di Terni: Stefano Bandecchi, Paolo Cianfoni, Emanuele Fiorini, Jose Maria Kenny, Orlando Masselli e Silvia Tobia. Per il candidato Claudio Fiorelli, impossibilitato a partecipare, era presente Thomas de Luca.

Fabrizio Busti, ha ringraziato i candidati per aver accolto l’invito e ha spostato subito l’attenzione sul tema del mattatoio. “Il settore zootecnico è di grande importanza per la nostra città e per i territori circostanti, rappresentando una fonte di reddito per molte famiglie e contribuendo alla valorizzazione dei prodotti tipici locali. Tuttavia, la mancanza di un mattatoio territoriale rappresenta un ostacolo importante per lo sviluppo di questo settore, costringendo gli allevatori a trasportare gli animali nelle strutture presenti nelle zone limitrofe che, ad oggi, risultano inefficienti, piccoli e caratterizzati da alti costi di lavorazione”.

Alla base della riflessione, c’è la convinzione di Cia che la realizzazione di un mattatoio territoriale, in collaborazione con i comuni limitrofi, rappresenterebbe una grande opportunità per lo sviluppo sostenibile del settore zootecnico, garantendo una maggiore sicurezza e qualità dei prodotti e riducendo al minimo gli impatti ambientali legati al trasporto degli animali.

“Inoltre – ha sottolineato il presidente regionale Matteo Bartolini - , la creazione di un mattatoio territoriale rilancerebbe il comparto e consentirebbe agli allevatori di abbattere le spese, anche a vantaggio dei consumatori e potrebbe favorire la nascita di nuove opportunità imprenditoriali e di lavoro, creando posti di lavoro locali e sostenibili e promuovendo lo sviluppo di una filiera corta e di qualità.

Pertanto, chiediamo al futuro sindaco della città di Terni di assumersi l’impegno di realizzare un mattatoio territoriale, coinvolgendo i comuni limitrofi e collaborando con gli allevatori e le associazioni del settore per garantire un’agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente e delle tradizioni locali. Siamo convinti che la creazione di un mattatoio territoriale rappresenterebbe un passo importante verso un futuro più sostenibile e solidale per la nostra città e i territori limitrofi”.

A parlare sono i dati, dell’Asl Umbria 2. “Nel 2019 – ha sottolineato Corazzi - , ultimo anno intero d’attività del mattatoio visto che nel 2020 è stato poi chiuso e smantellato, i capi macellati sono stati bovini e bufalini 1850, ovicaprini 7277, suini 11.799 ed equini 15 con una media settimanale di circa 400 capi. In questa riflessione si può pensare come una nuova struttura, efficiente e fatto con criteri moderni, possa ad esempio diventare un punto di riferimento per zone limitrofe, come ad esempio Rieti, dove anche li non c’è più un mattatoio. Tra gli aspetti positivi di una nuova struttura, quelli del benessere animale con la diminuzione dei tempi di trasporto e attesa nelle stalle di sosta con la diminuzione dello stress che si ripercorre anche sulla qualità delle carni”. Oltre alla macellazione sarebbe utile l’attività di sezionamento e confezionamento comprese quelle per la macellazione per uso privato, un centro di lavorazione selvaggina e l’istituzione al suo interno di una scuola di formazione per addetti alla macellazione e norcineria.

La dotazione di un mattatoio di comunità, si è detto, rappresenterebbe anche una risorsa fondamentale all’interno di uno scenario di sviluppo locale più ampio che comprende la trasformazione dei prodotti, il turismo rurale e la ristorazione di qualità di un territorio presso agriturismi, ristoranti e macellerie. Senza dimenticare le produzioni che puntino a valorizzare le tradizioni di un territorio, come, ad esempio, nelle norcinerie e l’arte della lavorazione delle carni suine ad opera del norcino rappresentate dalla norcineria e, quindi, dall’arte della lavorazione delle carni suine ad opera del norcino.

I candidati hanno preso parte al dibattito e, tutti, all’indomani delle elezioni, hanno concordato nel volere aprire dei tavoli di confronto per attualizzare un progetto comune.