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DISCUSSA IN SENATO L’INTERROGAZIONE SULLE CARCERI UMBRE. VERINI: “RISPOSTE INSUFFICIENTI”

Posted By Redazione Galileo On 4 maggio 2023 @ 16:04 In Politica

“Il senso della nostra interrogazione – ha spiegato Verini in replica alla risposta letta in Aula dal  Vice Ministro della Giustizia Paolo Sisto – era legato non solo all’esigenza di avere informazioni riferite soprattutto ad alcune criticità che la sua risposta ha confermato. E proprio per questo, come parlamentare umbro, non posso dichiararmi soddisfatto, perché i dati e le previsioni che lei ha fornito non garantiscono di poter dare delle risposte adeguate. Aggiungo, per onestà intellettuale e correttezza politica, che questi problemi non nascono da questo Governo. Però questo Governo li aggrava, perché da quando è entrato in carica, su questo tema ci sono stati segnali assolutamente contraddittori, che hanno ricadute anche nelle carceri della Regione, dove ci sono situazioni delicatissime. Lei poneva il tema delle REMS, di competenza regionale. Ebbene, i detenuti psichiatrici nella nostra Regione sono quasi 350 su una popolazione carceraria di 1.417. Riconosco che le REMS dovevano essere fatte da anni, ma la Regione Umbria è guidata da una maggioranza allineata a quella del Governo nazionale da quattro anni e non c’è neanche nell’anticamera l’idea di dare delle risposte in tal senso.

Vedo, poi, che vi state affannando, come maggioranza, a riporre un altro tema su cui sarebbe interessante davvero discutere per vedere come ha funzionato, legato al ripristino delle sedi giudiziarie più piccole. Per quale motivo non si ripensa, invece, a scelte che, alla prova dei fatti, non hanno fornito risultati, come quella degli accorpamenti dei provveditorati? Oppure, perché non si mette mano davvero alla copertura dei ruoli a scavalco dei direttori? Credo che siano 80 i direttori a scavalco degli istituti penitenziari. Non è possibile che ci siano istituti penitenziari importanti di media-alta sicurezza, oltre che case circondariali, che non hanno un proprio direttore. Date queste risposte, coprite i vuoti di organico, e accelerate anche sul tema della lotta al sovraffollamento.  Inquadrando il tema più in generale anche se le ricadute ovviamente ci sono sulle carceri umbre non posso che sottolineare in negativo la scelta del Governo di rifiutare la proroga della possibilità che detenuti semiliberi, che per due anni – durante il COVID – non tornavano a dormire in carcere, potessero continuare a stare fuori: quelle persone erano già in semilibertà, lavoravano all’esterno, le avete costrette a tornare a dormire dentro, aggravando il sovraffollamento.
Ieri il garante dei diritti dei detenuti del Lazio Anastasia ha raccontato una storia significativa della direttrice del carcere di Velletri, la quale, a normativa vigente, ha tuttavia consentito ai detenuti di fare una telefonata di dieci minuti al giorno. Perché non chiedete al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP) di andare oltre le normative rigide, visto che ciò ha funzionato, ha creato meno tensioni, ha consentito di parlare ogni giorno con i familiari?

Infine, è opportuno che le carceri siano luoghi di formazione, di socializzazione, dove la pena, una volta che è definita, deve essere certa (non c’è dubbio). Tuttavia, secondo la Costituzione, secondo il buonsenso, il carcere deve essere un momento di recupero e reinserimento e di questo non se ne parla. La vostra idea è quella della carcerizzazIone: ipotizzate reati per mettere in galera le persone, da quel ridicolo provvedimento sui rave alle proposte di legge che vogliono colpire ancora una volta i piccoli spacciatori che lo fanno perché sono tossicodipendenti. Ci vogliono ben altre risposte: formazione, scuola, socializzazione, recupero. Occorre investire in carceri umane, nelle quali si sconta una pena quando si deve andare in carcere, quando non è possibile la pena alternativa; tuttavia, investire in formazione e recupero significa anche investire nella sicurezza dei cittadini, perché un detenuto che esce rieducato poi non torna a delinquere, come dicono tutte le statistiche. Pensateci davvero. Noi su questo terreno vorremmo collaborare, ma finora abbiamo trovato sordità”.

Walter Verini Senatore PD dell’Umbria


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