“Le strutture sanitarie ternane non siano succursali di quelle perugine e dell’Università. Serve il mantenimento dell’azienda ad alta specialità, pienamente integrata con gli altri presidi del territorio”. Così il candidato sindaco Josè Maria Kenny, impegnato questa mattina in un presidio di fronte all’ospedale Santa Maria di Terni.

“La destra al governo della Regione e della città ci consegna una sanità allo sbando. A livello regionale, i dati Agenas certificano l’inconsistenza delle politiche attuate, attestando il mancato ritorno a livelli pre covid per l’erogazione delle prestazioni. Per quanto riguarda la città, la destra lascia un ospedale in crisi – ha detto Kenny – fuga di medici e primari, pronto soccorso intasato e lunghe liste di attesa, servizi territoriali carenti, investimenti insufficienti, programmazione inesistente e tagli alla spesa farmaceutica. È palese come sia in corso, da anni, un’azione sistematica volta al depotenziamento dell’ospedale di Terni. L’obiettivo è quello di sopprimere l’azienda ad alta specialità che in questi anni, grazie alla sua autonomia, ha conseguito performance di elevata qualità tali da attrarre flussi importanti di pazienti da altre regioni”.

  ^[1]

“Non dimentichiamo che l’ospedale di Terni – prosegue Kenny – è passato dall’ottavo posto nella graduatoria dei migliori presidi sanitari italiani del 2012 al 97esimo del 2022. Sembra proprio che il tentativo sia quello di arrivare ad un’azienda unica regionale pagata dalla Regione e governata dall’Università di Perugia attraverso una apposita convenzione. In questo modo l’ospedale di Terni diventerebbe una succursale del Santa Maria della Misericordia e dell’Università. Tutto ciò ha prodotto pesanti carenze di tecnologie e di personale unite ad una pessima gestione aziendale che ha prodotto disfunzioni e condizioni di disagio per i dipendenti e non ha garantito il diritto alla salute per tutti. Ormai troppi, infatti, sono costretti a rinunciare a curarsi, a dover fare delle trasferte improponibili o a ricorrere al privato”.

  ^[2]

“La nostra idea di sanità – ha spiegato Kenny – è il mantenimento dell’azienda ad alta specialità, integrata con i presidi sanitari del territorio. Quello che chiediamo è un nuovo ospedale, finanziato con risorse pubbliche a fondo perduto, così come è stato per tutti gli altri ospedali dell’Umbria. Basta con gli annunci e l’idea di attingere a fondi privati che farebbero aumentare considerevolmente i costi a carico dei cittadini ternani che già contribuiscono con le loro tasse al mantenimento del servizio sanitario nazionale. Questa evenienza è fermamente esclusa anche dalle regioni governate dal centrodestra. Nel frattempo però servono lavori di manutenzione straordinaria. I ternani non possono aspettare i tempi lunghi della realizzazione di un nuovo ospedale: sia dia immediatamente avvio dunque all’ampliamento del Pronto soccorso che ha raggiunto livelli inaccettabili di degrado. Si dia conto dei circa 10 milioni di euro stanziati per la protezione antisismica dell’ospedale e della ripartizione degli investimenti tecnologici strutturali effettuati dalla giunta regionale nelle diverse realtà territoriali umbre, la storia sperequazione nella destinazione dei fondi tra il territorio di Terni e quello di Perugia va eliminata. Il riequilibrio non si fa, infatti, con le nuove cliniche private ma con più investimenti nel pubblico”.

Redazione Galileo ^[3]