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“Il 24 febbraio 2022 ci siamo alzati colpiti dalla drammatica notizia dell’Ucraina sotto le bombe. Ad un anno dall’inizio della cosiddetta ‘operazione militare speciale’ annunciata da Putin, il triste anniversario di oggi costringe tutti noi ad interrogarci sul senso di quanto è accaduto in questo anno, sul fatto che la battaglia che si sta combattendo sul fronte ucraino-russo testimonia, nella sua tragica realtà, il valore irrinunciabile della libertà”: lo afferma Donatella Porzi (Misto), consigliere regionale dell’Assemblea legislativa.

“In questi giorni importanti sotto il profilo della diplomazia – prosegue – caratterizzati da incontri al vertice, discorsi e ipotesi di soluzioni per mettere termine al conflitto, sul campo le bombe continuano a cadere. Nella sua ferocia questa guerra, entrata nelle nostre case e nella nostra vita quotidiana attraverso le immagini e i canali di informazione certo, ma anche ‘dal vivo’, attraverso le esperienze delle tante persone scappate dai bombardamenti che sono state accolte nei nostri territori, dimostra la caparbia resistenza, la volontà di non cedere degli ucraini di fronte all’ingiustizia e alla prepotenza della guerra. Ma quella lotta, che ha dato uno scossone alla coscienza dell’occidente, riguarda tutti. E se come singoli cittadini purtroppo non abbiamo il potere di farla terminare, abbiamo però il dovere di non tirarci indietro e di ribadire a gran voce che la pace è l’unica strada possibile. E’ quanto accaduto nella scorsa notte, con l’edizione straordinaria della marcia Perugia-Assisi promossa ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina per sollecitare un serio impegno internazionale per fermare il conflitto e per dire no a tutte le guerre”.

“Un messaggio di mobilitazione importante – conclude – che parte dall’Umbria come da altre piazze d’Italia e che dovrebbe impegnare in concorso tutte le istituzioni locali per sollecitare il governo affinché venga attuato ogni sforzo diplomatico per promuovere e facilitare la cessazione delle ostilità e per contrastare ogni violazione del diritto internazionale e della democrazia. Non possiamo assuefarci all’ingiustizia della guerra. Perché ogni guerra è ingiusta”.