Nella sessione dedicata al question time della seduta odierna dell’Assemblea legislativa, il consigliere Thomas De Luca (M5s) ha chiesto chiarimenti all’assessore regionale Luca Coletto rispetto alla “compartecipazione ai costi per le rette delle strutture psichiatriche da parte dei titolari dei diritti ” e “chiarimenti della Giunta regionale riguardo la salvaguardia dei Livelli essenziali di assistenza (Lea)”. Illustrando l’atto in Aula – riferisce Palazzo Cesaroni – ha ricordato che “lo scorso 7 luglio 2022 la Usl 2 informava diversi soggetti istituzionali, sanitari e del privato sociale, che a decorrere dal successivo mese di agosto gli ospiti delle strutture psichiatriche, fruitori dei servizi socio sanitari, avrebbero dovuto compartecipare ai costi per le rette.

Il riferimento è alla Delibera della Regione (1708/2009) in cui vengono declinate puntualmente le quote di compartecipazione da parte dei fruitori dei servizi secondo le percentuali a carico del bilancio sanitario e di quello sociale. Nella tabella riportata nella comunicazione si evince che per gli ospiti delle Comunità terapeutiche tipo 1 la quota sociale è del 30 per cento e quella sanitaria del 70 per cento, per gli ospiti dei gruppi appartamento la quota sociale è del 50 per cento e quella sanitaria del restante 50 per cento, per i residenti nelle unità di convivenza la quota sociale in carico è al 40 per cento e quella sanitaria del 60 per cento. Nella stessa missiva quindi si invitano i destinatari a predisporre ‘gli strumenti che riterranno utili per procedere alla idonea fatturazione a partire dal mese di agosto 2022′. Con successiva comunicazione (14 luglio) la Usl2 informava i titolari dei diritti che: ‘il distretto sta predisponendo le procedure finalizzate alla riscossione della quota di compartecipazione spettante e che pertanto a partire dal prossimo futuro (mese di agosto 2022) verrà chiesto di far valere l’eventuale titolo all’esenzione totale parziale della stessa. Ogni Comune ha facoltà di autorizzare l’applicazione del principio della compartecipazione della spesa secondo la capacità contributiva di ogni cittadino che sarà determinata sulla base delle attestazioni Isee’. A queste comunicazioni ha fatto seguito la nota del 28 settembre 2022, con cui la Usl2 ha praticamente diffidato i gestori delle strutture a fornire fatture compatibili con i tagli annunciati e corrispondenti alla sola quota sanitaria salvo incorrere al respingimento delle fatture. Nel settembre 2022 il Consiglio comunale di Terni con un atto unitario, prendendo atto dell’impossibilità dell’Ente in questione di sostenere tali costi, ha dato mandato al sindaco di trovare una soluzione partendo dal confronto con la Regione Umbria e la Usl2.

La notizia è caduta come un fulmine a ciel sereno sui titolari dei diritti, persone estremamente fragili dove anche piccoli cambiamenti possono rappresentare traumi consistenti. Cosa ancor più grave: la Usl2 non risulta abbia attivato nessuno strumento straordinario per comunicare in maniera non impattante con gli ospiti delle strutture tali decisioni, ma ha delegato totalmente la gestione di questo percorso ai portatori di interesse. Tale decisione si fonda su una delibera della Giunta regionale del 2009 ed è in pieno contrasto con la giurisprudenza che negli anni successivi si è poi formata su situazioni analoghe. A tale riguardo una sentenza (n. 8.608/2019) della Terza Sezione del Consiglio di Stato ha sancito che non può esserci compartecipazione socio sanitaria a gravare sugli ospiti ricoverati nelle Strutture socio riabilitative psichiatriche (Srsr) fornendo una specifica interpretazione dell’applicazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) relativamente alle Strutture socio riabilitative psichiatriche. La decisione della Usl Umbria 2 di obbligare i fruitori dei servizi alla compartecipazione ai costi per le rette è in totale contrasto con il quadro normativo nazionale. La tempistica e le modalità imposte dalla Usl Umbria 2 trovano difficile giustificazione considerando che i tagli in questione riguardano direttamente persone con patologie psichiatriche che non possono essere esposte a cambiamenti brutali e dinanzi a tali forzature possono mettere persino a rischio il percorso terapeutico in struttura. Le Usl, unitamente al sistema sanitario regionale, devono occuparsi in primis della salute dei cittadini e non sono chiamate a compiere funzioni meramente economiche e di ragioneria abdicando a questo compito. Senza un adeguato supporto alle strutture che ospitano i titolari dei diritti, considerando che già da agosto 2022 sono state costrette a gestire in sostanziale autonomia una situazione estremamente complessa e dal forte impatto economico e che la quota sociale non viene introitata dei gestori dei servizi, si rischia di incidere pesantemente sulla qualità dei servizi e sui livelli occupazionali oltreché, e come già affermato, sul benessere psico-fisico degli ospiti, che alla luce dei pronunciamenti del Consiglio di Stato tale situazione potrebbe esporre gli Enti coinvolti in ricorsi che potrebbero contenere richieste di risarcimento relativamente a danni economici. Per questo chiedo alla Giunta regionale di sapere, alla luce dei fatti esposti, delle modalità e delle tempistiche attuate dalla Usl Umbria 2 riguardo l’obbligo di compartecipazione alle quote per gli ospiti ricoverati nelle strutture psichiatriche: se e come si intende garantire la salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza e dei percorsi terapeutici dei titolari dei diritti ospitati nelle strutture psichiatriche così come sancito dalla citata sentenza del Consiglio di Stato 08608/2019 e se a tal fine si intende agire per dare supporto alle strutture che ospitano i titolari dei diritti anche ripristinando lo stato ex ante alle comunicazioni Usl Umbria 2 del 07 luglio 2022 nelle more di una revisione delle regole della compartecipazione socio sanitaria per gli utenti ricoverati nelle strutture psichiatriche interessate, mettendo altresì al riparo gli Enti coinvolti da possibili soccombenze in merito a potenziali ricorsi che potrebbero contenere richieste di risarcimento di natura economica”.

L’assessore Roberto Morroni (in sostituzione dell’assessore Luca Coletto) ha risposto che “le Aziende sanitarie godono di ampia autonomia”. “Il Distretto, nel programma delle attività territoriali – ha aggiunto – determina le risorse per l’integrazione socio- sanitaria e le quote a carico dell’Usl e dei Comuni. Le Usl sono ovviamente chiamate al rispetto delle norme nazionali e regionali. Il Dpcm del 12 gennaio 2017 (definizione ed aggiornamento Lea) contiene la puntuale indicazione dei livelli di compartecipazione ai costi delle rette, o meglio la quota in carico al Ssn dei trattamenti socio sanitari residenziali e semi residenziali extra ospedaliera. I nuovi Lea sono stati recepiti dalla Regione il 21 aprile 2017. Viene disposto che le strutture regionali aziendali predispongano le necessarie misure organizzative ed adeguino i sistemi informativi alle modifiche introdotte dal Dpcm in questione. I Lea stabiliscono che siano interamente a carico del Ssn i trattamenti erogati nelle strutture residenziali psichiatriche, terapeutico, riabilitative ad alta intensità ed estensive o in quelle semi residenziali, mentre per le strutture socio riabilitative con personale per fasce orarie è previsto che sia a carico del Ssn il 40 per cento del costo dei trattamenti erogati. Impostazione confermata dal regolamento regionale del 12 aprile 2022. Questo nuovo regolamento, sul quale la Giunta ha proposto modificazioni al momento all’attenzione della terza Commissione, garantisce la piena salvaguardia dei Lea. Rispetto al regolamento, i gruppi appartamento e le unità di convivenza possono essere ricomprese nelle strutture per persone disabili con parziale autonomia, prive di supporto familiare. Rispetto al sopra citato regolamento, le strutture già autorizzate devono adeguarsi ai nuovi requisiti entro il 21 aprile 2023. Successivamente le Asl potranno stipulare nuovi accordi contrattuali con le strutture già convenzionate che avranno concluso l’iter autorizzativo di adeguamento al nuovo regolamento. Si applicheranno inoltre le nuove tariffe che la Giunta sta determinando in base ai nuovi standard stabiliti dal regolamento. Le Asl conseguentemente dovranno anche indicare nelle convenzioni i livelli dei costi a carico del Servizio sanitario nazionale come definiti dai Lea e confermati dal regolamento. Fino ad allora rimangono valide le convenzioni già stipulate”.

Nella replica, De Luca ha rimarcato di non avere capito “il riferimento all’autonomia organizzativa dei Distretti sanitari e delle Aziende sanitarie poiché è allucinante il fatto di pensare che sullo stesso territorio regionale ci siano persone che hanno diritti diversi. Prendiamo atto del cambio radicale di direzione su questo fronte e che questa interrogazione è stata decisiva per portare alla luce la situazione. Continueremo comunque a monitorare la questione auspicando che si torni totalmente indietro rispetto alle decisioni prese”.