L’atto amministrativo di aggiornamento del ‘Piano regionale della qualità dell’aria’, predisposto dalla Giunta regionale, è stato approvato oggi dalla Seconda Commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria con il voto favorevole dei commissari della Lega e quello contrario di Pd e Gruppo misto. Relatore di maggioranza in Aula sarà Valerio Mancini (Lega – presidente della Commissione), Thomas De Luca (M5S) sarà relatore di minoranza.

Al testo originale sono state apportate modifiche con l’approvazione di emendamenti relativi all’utilizzo di pellet certificato e alla limitazione della realizzazione di impianti di combustione nella Conca ternana (fatti salvi i procedimenti autorizzativi in corso). Su proposta del Consiglio delle autonomie locali (Cal) è stato poi previsto che spetti ai sindaci: valutare se applicare limitazioni all’utilizzo di generatori di calore a biomassa; introdurre incentivi per la sostituzione di caldaie a biomassa a bassa efficienza; rinnovare il parco dei veicoli pubblici (nell’area della Conca ternana).

Prima del voto, Thomas DE LUCA (M5S) è intervenuto per evidenziare “lacune evidenti che danno una connotazione antiscientifica a questo Piano, basato sul negazionismo di dati incontestabili. Giusto ieri, a seguito dell’attività di monitoraggio nell’area interessata dal recente incendio, sono state rilevate presenze di diossina e pcb. L’Arpa ha scritto che la contaminazione da diossine è legata all’attività industriale più che alle combustioni incontrollate. È molto grave la totale assenza di azioni concrete per affrontare la situazione della Conca ternana rispetto alle polveri sottili e alla sua complessa situazione ambientale”.

Fabio PAPARELLI (Pd) ha aggiunto che “andrebbe analizzato politicamente questo atto, secondo cui l’inquinamento a Terni dipende dalle combustioni domestiche. Questa è una assurdità che porta a misure incongrue. Si negano i problemi della qualità dell’aria a Terni mentre il Comune di Terni ha autorizzato in passato due inceneritori”.

Il presidente MANCINI ha evidenziato infine che “il parere del Cal, di cui fanno parte diversi amministratori di Terni, è stato favorevole. Servono una serie di misure per migliorare la condizione dell’aria a Terni, dalla riduzione del traffico privato al rinnovo delle caldaie a biomasse. Sarà facoltà dei Sindaci attuare misure, quando necessario, ed effettuare i controlli sulle stufe a legna, agevolando un cambiamento di cultura e l’installazione di impianti più efficienti. Valuteremo tra un anno quali sono stati i risultati raggiunti da questo Piano”.

IL DOCUMENTO provvede all’aggiornamento e all’integrazione del Piano Regionale per la Qualità dell’Aria sulla base degli esiti della prima valutazione intermedia di VAS (approvata nel 2016) e dei risultati prodotti dall’attività di monitoraggio delle concentrazioni degli inquinanti sul territorio regionale, con particolare riferimento ai valori di PM10 registrati nella Conca Ternana, anche alla luce degli specifici studi di caratterizzazione delle polveri elaborati da ARPA Umbria. La prima valutazione intermedia di VAS ha evidenziato il permanere di significative criticità nel raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano in materia di qualità dell’aria. Tali problematiche risultano confermate anche nelle relazioni di valutazione della qualità dell’aria predisposte da ARPA Umbria per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 dove si evidenzia il mancato rispetto dei valori limite per le concentrazioni di PM10 con il verificarsi di situazioni di particolare criticità nella Conca ternana.

Nello stesso periodo, situazioni di superamento dei valori limite per le polveri hanno interessato anche il Comune di Narni, attualmente non incluso tra le “Aree di superamento” individuate dal Piano. In altri Comuni si sono inoltre evidenziati valori elevati delle concentrazioni di Benzo(a)pirene derivante dalla combustione delle biomasse e, nella Conca ternana, alte concentrazioni di metalli associate alle emissioni prodotte dalle attività industriali. Le azioni di risanamento mirano principalmente a ridurre le emissioni prodotte dal traffico veicolare e dai sistemi di riscaldamento domestico, con particolare riferimento all’utilizzo delle biomasse in caminetti e stufe.

Tale obiettivo è perseguito sia mettendo in campo misure di incentivazione che di tipo prescrittivo. L’accordo prevede inoltre la realizzazione di importanti studi epidemiologici e di caratterizzazione delle polveri nonché campagne di comunicazione per informare sulle problematiche della qualità dell’aria e a sostegno delle modifiche dei comportamenti dei cittadini a seguito dell’attuazione delle misure prescrittive.

 

PIANO REGIONALE QUALITÀ DELL’ARIA APPROVATO IN II COMMISSIONE, OPPOSIZIONI “UNA DESTRA INADEGUATA CANCELLA GLI INVESTIMENTI AMBIENTALI SU TERNI.”

Ormai è ufficiale: le forze politiche di centrodestra hanno votato che l’inquinamento a Terni ha origine per l’80% dai camini e dalle stufe delle case private e dei forni a legna di pizzerie e fornai. Un voto volto a negare l’evidenza e la reale situazione ambientale, una scelta politica gravissima che cancella ogni possibilità di risanamento ambientale per la Conca ternano-narnese.
La maggioranza, infatti, ha approvato in II Commissione la delibera di aggiornamento al Piano Regionale della Qualità dell’Aria ignorando la realtà, tutti gli studi scientifici pubblicati e persino le indagini epidemiologiche effettuate nel corso degli anni.

Dal documento è stato omesso l’inserimento delle varie edizioni dello Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento (SENTIERI) promosso dal Ministero della Salute e dalla rete AIRTUM, inserito invece in analogo atto dalla Regione Puglia. Non è stato inserito lo studio del dipartimento di chimica dell’Università La Sapienza di Roma e CNR ‘Mappatura ad alta risoluzione spaziale della concentrazione degli elementi nel PM10: Un potente strumento di localizzazione delle sorgenti emissive’ .
Omesso perfino lo studio del 2016 di ARPA Umbria e Università di Perugia ‘Identificazione di sorgenti di particolato atmosferico locali e a lungo raggio in Umbria’ che attesta come il peso delle sorgenti emissive sia da attribuire per il 27% al traffico, per il 20% al riscaldamento, per il 17% alle industrie e per il 18,7% al risollevamento delle polveri.
Un Piano che ignora la presenza industriale, il reale peso del traffico e gli inceneritori autorizzati a suo tempo dall’attuale assessore regionale Melasecche in qualità di assessore comunale.
Una scelta politica che ha conseguenze devastanti sulla comunità ternana.
La negazione del peso delle sorgenti industriali impedisce peraltro la richiesta di fondi all’Unione Europea e al Governo per l’ambientalizzazione delle produzioni industriali e la reindustrializzazione sostenibile dei siti dismessi ed in via di riconversione sottraendo quindi investimenti pubblici nel campo della chimica e della siderurgia.
Cosa ben più grave impedisce lo sviluppo di programmi di prevenzione e screening sulle patologie correlate all’esposizione ambientale su cittadini e lavoratori. Del resto la clamorosa abolizione del registro tumori fa il paio con l’inadeguatezza del governo regionale.

La maggioranza ha motivato il proprio voto favorevole in virtù dell’approvazione del Piano in sede del Comitato delle Autonomie Locali da parte del Sindaco Latini e del consigliere Maggiora (Lega), rivendicando quindi falsamente tale espressione come la volontà della comunità ternana e il benestare su tale decisione. In realtà ci chiediamo se Latini e Maggiora erano consapevoli di ciò che hanno approvato in modo supino e subalterno, ossia un atto che è contro i ternani stessi.

Le forze di minoranza hanno espresso non solo un voto contrario ma anche piena contrarietà alla chiusura al dialogo e all’atteggiamento antiscientifico che ormai è il filo conduttore politico della destra umbra.


Thomas De Luca - Movimento 5 Stelle, Consiglio Regionale dell’Umbria
Fabio Paparelli – Partito Democratico, Consiglio Regionale dell’Umbria
Vincenzo Bianconi - Gruppo Misto, Consiglio Regionale dell’Umbria