La gestione dell’attività venatoria riguardante la specie lepre in capo all’Atc 3 al centro di una interrogazione rivolta alla giunta regionale e presentata dai consiglieri della Lega Umbria, Manuela Puletti prima firmataria e Valerio Mancini. “Attraverso questo atto – spiegano i consiglieri leghisti in una nota congiunta con il senatore ternano Valeria Alessandrini – si intende dare seguito all’esigenza di chiarezza e trasparenza espressa da tanti cacciatori del territorio e necessaria all’espletamento delle funzioni di un ente di natura pubblicistica come l’Atc3, sul quale stiamo continuando a vigilare come Lega affinché si volti pagina rispetto a una conduzione opaca e personalistica del passato e si arrivi a determinare una gestione più attenta e vicina al mondo venatorio.
Il tema al centro dell’interrogazione riguarda la gestione dell’attività venatoria della specie lepre nelle Zone di ripopolamento e cattura degli Ambiti Territoriali di Caccia regionali, ma pone l’attenzione sulla situazione in seno all’Atc3. Mentre gli Ambiti Territoriali di Caccia della Provincia di Perugia hanno fornito dati aggiornati, che sono liberamente consultabili sui loro siti istituzionali riguardo l’attività di ripopolamento e cattura svolta, l’Atc3 risulta ancora inadempiente da questo punto di vista. A quanto risulta all’interno dei conti consuntivi nel triennio 2018-2021 dell’Ambito Territoriale di Caccia della Provincia di Terni, l’ammontare complessivo per l’acquisto di selvaggina (lepri) e rimborsi ai volontari si attesta a 137mila euro circa. Tuttavia, a fronte di questi investimenti, all’interno delle Zone di ripopolamento e cattura, allo stato attuale non è possibile quantificare nel triennio 2018-2021 il numero delle lepri immesse e quelle catturate perseguendo gli obiettivi fissati annualmente dall’Atc 3.
Con l’interrogazione presentata si intende sapere il numero delle lepri immesse e quelle catturate nel Triennio 2018-2021 nelle Zone di ripopolamento e cattura dell’Atc di Terni e conoscere le problematiche e gli eventuali impedimenti che sussistono a tutt’oggi, riguardo la possibilità di consultare i relativi dati, oltre alle motivazioni per cui sembrerebbero esserci queste difformità gestionali”.