“In Umbria il canone medio di affitto delle case popolari è tra i più alti di tutta Italia come sottolineano le associazioni regionali di categoria Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini. Più di Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Veneto e tante altre regioni”. È quanto dichiara il consigliere regionale Thomas De Luca (M5S), annunciando la presentazione di una proposta di legge “per mettere un limite agli aumenti degli affitti delle case popolari, impedendo che superino il 10 per cento in tre anni”.

“Secondo le associazioni di categoria – spiega De Luca – ad oggi gli incrementi per le persone rimaste sole potranno raggiungere anche il 200 per cento. Una vera e propria batosta per le fasce più deboli. Per questo è fondamentale fare la nostra parte ed auspico che i miei colleghi abbiano il buonsenso di accogliere questa proposta che va ad integrare la legge regionale 23/2003, bloccando ogni aumento del canone superiore al 10 per cento in tre anni rispetto a quanto applicato nel triennio precedente. Inoltre con questo atto sarà previsto anche un conguaglio retroattivo per chi ha subito aumenti spropositati”.

“Già nel gennaio 2020 – prosegue De Luca – il Comitato per il Controllo e la Valutazione dell’Assemblea legislativa che presiedo si era occupato della questione. Fu organizzata un’audizione con i soggetti portatori di interesse in cui la stessa Ater ammise che il nuovo calcolo di locazione basato sull’Isee favorisce i nuclei familiari più numerosi, ma introduce un forte aggravio per categorie come i pensionati e i nuclei composti da una sola persona, spesso vedove o anziani rimasti soli, per i quali deve essere preso un provvedimento ad hoc. Nella relazione del Comitato votata all’unanimità dai membri di maggioranza e opposizione ‘si prende atto positivamente dell’impegno espresso nel corso dell’audizione dall’assessore competente volto ad agire in codesta direzione’”.

“Ancora oggi però – conclude De Luca – a distanza di due anni, nonostante alcune disposizioni che hanno rimandato l’entrata in vigore del regolamento nella sua piena attuazione, dovuti soprattutto alla crisi provocata dall’emergenza sanitaria, permangono tutte le criticità e le disfunzionalità nelle modalità di calcolo. Nulla è stato fatto nonostante le promesse. Arrivati a questo punto abbiamo il dovere di mettere in sicurezza in maniera strutturale i bilanci di chi spesso vive con un potere di acquisto limitato, evitando le iniziative a spot ed estemporanee”.