Garantire il mantenimento dei posti di lavoro ed il potenziamento del polo idroelettrico di Terni. Lo dicono il consigliere regionale del M5S Thomas De Luca e il consigliere di Narni, Luca Tramini, in merito all’acquisizione del capitale sociale di ERG Hydro srl da parte di Enel Produzione spa per 1.039 milioni di euro. “Bisogna salvaguardare la centralità del sito, il know-how acquisito negli anni e la storia di Terni, da sempre protagonista nella produzione dell’energia elettrica. E’ assurdo con tutti gli interessi che sono in gioco, che la Regione su questa vicenda non abbia ancora proferito parola”.

In un’interrogazione presentata alla giunta regionale, il Movimento 5 Stelle chiede l’istituzione di un tavolo con le forze economiche per avere garanzie sul futuro del polo idroelettrico di Terni. “Le strutture e gli impianti presenti in Umbria rappresentano un importante presidio industriale, di elevata competenza e con una storia centenaria. Basti pensare alla prima centrale idroelettrica in Italia ad alimentare delle abitazioni inaugurata il 10 novembre del 1892 a Stifone e al ruolo di primo piano che ha sempre avuto Terni nella produzione dell’energia elettrica”.

La maggior parte degli impianti idroelettrici di Erg Hydro srl si trova in Umbria e ben sette ricadono nella provincia di Terni. Insieme producono il 95% circa dell’energia idroelettrica nella nostra regione. Di questi impianti si occupano attualmente 114 addetti che quotidianamente garantiscono il buon funzionamento delle centrali di produzione e delle opere di presa e di adduzione dell’acqua alle centrali. Nonostante le rassicurazioni fornite sul mantenimento dei livelli occupazionali nel breve termine con questo nuovo ed ennesimo passaggio di proprietà, serve la garanzia da parte del nuovo di gruppo di mantenere sul territorio tutte le funzioni attualmente esistenti, senza alcun depotenziamento o decentramento. Non possiamo rischiare di perdere le competenze acquisite negli anni in grado di sviluppare ritorni e benefici al territorio anche in termini di indotto.

Oltre a questo sarebbe opportuno inaugurare una nuova stagione nei rapporti tra privati e territori, venendo incontro alle esigenze di tutti senza lasciare che la logica del profitto prevalga a discapito delle nostre comunità. Il polo idroelettrico di Terni da solo rappresenta il 2% della produzione nazionale, potrebbe servire oltre mezzo milione di famiglie e garantire l’indipendenza energetica dell’intera Umbria. Un’enorme opportunità se solo la Regione avesse le idee chiare e il nostro Paese adeguatamente aggiornato in materia di energie rinnovabili. Con i gestori che incamerano margini di profitto che spesso superano i 100 milioni annui, alla Regione Umbria arrivano le briciole e a Terni praticamente nulla. Una questione che va affrontata e risolta, altrimenti arriveremo al 2030 senza neanche aver sfiorato gli obiettivi sulle rinnovabili. Tutto questo sarà possibile solo se la politica saprà far valere il suo ruolo di garante degli interessi dei cittadini, senza alzare bandiera bianca come dimostrato fino ad ora.