“‘La Regione Umbria ha comunicato che al momento non sono presenti siti che rispondono ai requisiti di cui al Pnrr’. Così la Direzione generale del ministero della Transizione ecologica spiega come mai nella nostra regione non arriverà neanche un euro dei circa 500 milioni previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per la bonifica e la riqualificazione dei siti orfani. Tra le poche regioni in Italia a non ricevere i fondi per bonificare quei siti contaminati dove il responsabile dell’inquinamento non è individuabile o non provvede agli adempimenti previsti dalla legge. Deve ora essere chiarito perché l’Umbria è stata esclusa dall’accesso al finanziamento predisposto dalla misura M2C4″: lo chiedono i consiglieri regionali Thomas De Luca, M5s, e Michele Bettarelli, Pd, in “un’interrogazione urgente depositata oggi con richiesta di risposta immediata e che verrà discussa al prossimo question time dell’8 febbraio”.

“Nessuna risposta – sostengono Bettarelli e De Luca – nemmeno di fronte alla richiesta di accesso agli atti presentata per sapere quali interventi sono stati finanziati con i fondi erogati alla Regione e quali sono gli intendimenti della Giunta regionale riguardo l’esclusione dai fondi del Pnrr. Quali sono le azioni che la Giunta vuole mettere in campo per la riqualificazione dei siti orfani presenti in Umbria? E perché dopo aver perso milioni di euro per bonificare le aree non è stata mai data risposta alle nostre richieste di accesso agli atti?. La normativa sui ‘siti orfani’ prevede che laddove né il proprietario del sito potenzialmente inquinato né altro soggetto interessato provvede alle attività e agli interventi di bonifica, alla messa in sicurezza e ripristino ambientale, questo onere è in carico alla pubblica amministrazione.

Oltre ai 105 milioni di euro destinati dal ministero della Transazione Ecologica – scrivono De Luca e Bettarelli – il Pnrr prevede 500 milioni di euro per la bonifica dei siti orfani con l’obiettivo della loro riqualificazione. Compito delle Regioni è quello di adottare un Piano d’azione per individuare i ‘siti orfani’ ed identificare gli interventi specifici da intraprendere, nonché la riqualificazione di almeno il 70 per cento della superficie del suolo per ridurre l’occupazione del terreno e migliorare il risanamento urbano, obiettivo da raggiungere entro il primo trimestre del 2026. La richiesta della Regione Umbria è stata però rigettata dalla Direzione generale con la seguente motivazione: ‘Le informazioni fornite dalla medesima Regione, stante la loro estrema genericità e ripetitività per tutti i 143 siti orfani proposti, gli stessi non rispondono alle richieste formulate e quindi non possono ritenersi candidabili al finanziamento di cui alla misura M2C4′. Ma soprattutto – aggiungono – ‘La Regione Umbria ha comunicato che al momento non sono presenti siti che rispondono ai requisiti di cui al Pnrr”. Di fronte alle centinaia di milioni di euro del Ministero per le bonifiche – concludono De Luca e Bettarelli – semplicemente per la Regione Umbria i siti orfani inquinati non esistono”.