L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso questa mattina l’interrogazione a risposta immediata del consigliere Thomas De Luca (M5S) che chiedeva alla Giunta regionale chiarimenti circa “la fuga di operatori sanitari dall’ospedale di Terni”.

Illustrando l’atto in Aula, De Luca ha spiegato che “i dati della Corte dei conti (Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica) dicono che le risorse umane generali sono state incrementate del 12,5% contro una media nazionale del 21%, per quanto riguarda i medici. Per gli infermieri, in Umbria, ci sarebbe stato un incremento del 8,5% contro una media nazionale del 12,5%. Guardando le assunzioni a tempo indeterminato, l’Umbria ha incrementato i medici dello 0,3% contro il 2% del Centro Italia. Gli infermieri a tempo indeterminato sono aumentati dello 0,4% contro il 3,4% del dato nazionale. Rispetto all’Azienda Ospedaliera di Terni, da altri dati pubblicati, seppure non ufficiali, si evince un abnorme fenomeno di fuga di operatori, che non avrebbe riscontro in altre strutture della nostra regione.

Da una disamina delle delibere del direttore generale pubblicate sull’albo pretorio risulta che nel periodo che va dal primo ottobre 2021 al 12 gennaio 2022 nell’Azienda Ospedaliera di Terni sarebbero avvenute un totale di 38 dimissioni volontarie da parte di medici, infermieri e tecnici che rappresenterebbero quasi il 2,5% dell’organico dell’Azienda. Tali cessazioni, ancorché avvenute in maniera non prevedibile e nel giro di un periodo di tempo molto limitato, contribuiscono senz’altro a mettere ulteriormente sotto pressione l’operatività delle strutture sanitarie e dovrebbero indurre le direzioni a rivedere ed aumentare i piani di fabbisogno anche per non far ricadere un eccessivo carico sugli operatori che nonostante due anni di sacrifici, continuano a sopportare ingenti carichi di lavoro, blocco delle ferie, raddoppio delle turnazioni, nonché rischi per la salute.

Nella fattispecie, sempre dalla disamina delle informazioni disponibili pubblicamente, 18 cessazioni anticipate riguarderebbero personale già assunto a tempo determinato, 20 persone a tempo indeterminato di cui 10 casi riguarderebbero cessazioni per pensionamenti anticipati attraverso il ricorso ad Ape sociale, quota 100 o altre agevolazioni. La Giunta deve quindi chiarire se alla luce dell’attuale crisi strutturale di carenza di personale dell’Azienda Ospedaliera di Terni più volte denunciata da soggetti politici e sindacati, e acuita in ultimo dal fenomeno della fuga di operatori sanitari, si intendano attuare politiche volte alla stabilizzazione degli organici presenti, incentivando la permanenza di personale già formato, pienamente integrato e operativo all’interno dell’ospedale, rivedendo altresì i piani organizzativi e il fabbisogno di personale esistente, considerando in tale revisione anche i laboratori analisi. È evidente che serve un intervento straordinario”.

L’assessore Luca Coletto ha risposto che “le cessazioni dal servizio sono legate a dinamiche anche nazionali. Con la pandemia anche le Regioni prima non autorizzate ad assumere personale hanno potuto farlo. Questo ha generato un fenomeno fisiologico di riavvicinamento degli operatori provenienti da altre regioni. Dal primo ottobre al 16 gennaio, l’Azienda ospedaliera di Terni ha avuto 28 cessazioni ed ha assunto 96 professionisti a tempo indeterminato, 19 medici e 67 infermieri. Nello stesso periodo nella Usl Umbria 1 ci sono state 24 cessazioni per dimissioni e 122 assunzioni. Nella Usl Umbria 2, 26 cessazioni per dimissioni, con 108 assunzioni. Nell’Azienda ospedaliera di Perugia ci sono state 35 cessazioni e 74 assunzioni. Sulla stabilizzazione del personale precario, sono in corso apposite procedure. Sono stati prorogati fino al 28 febbraio gli incarichi a tempo determinato conferiti in base al periodo emergenziale”.

De Luca ha replicato dicendosi “soddisfatto che l’assessore Coletto non abbia smentito i dati della Corte dei conti. Ci troviamo di fronte ad una mobilità che stranamente non ha comportato il riavvicinamento del personale sanitario alle strutture dell’Umbria”.