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La stagione concertistica dell’Araba Fenice si avvia verso il gran finale. Penultimo appuntamento domenica 23 febbraio alle 17.30 all’auditorium Gazzoli che ospiterà il pianista Alessandro Marano che proporrà un tributo a Ludwig van Beethoven con le Sonate per pianoforte che occupano certamente una posizione privilegiata nel repertorio beethoveniano.

L’originalità di questo programma è data dal fatto che la Sonata numero 3 fu la prima che Beethoven scrisse delle sue trentadue, mentre l’opera 111 fu l’ultima. Grandiosità e profonda tensione espressiva, Beethoven concretizza un modo nuovo di concepire la musica dove l’idea melodica e l’energia ritmica superano i limiti della pura espressione strumentale.

Con Beethoven la forma sonata punta a superare i suoi stessi confini. Ne è un esempio la Sonata opera 111, scritta 30 anni dopo la prima, un’opera molto impegnativa sotto l’aspetto musicale e tecnico, definita “di ineguagliabile espressione e trascendenza”. Essa rappresenta una sfida interpretativa oltre che tecnica ed il pianista Alessandro Marano ne offre una lettura fresca e coinvolgente, una esecuzione coerente dove l’interprete vuole porre l’accento sulla musica e non su di sé.

“Sarà un concerto – spiega il pianista Alessandro Marano – particolare e non scontato. Due sonate di Beethoven una l’opposto dell’altro. La prima si riconosce subito ed è molto brillante. L’opera 111, scritta 30 dopo, è considerata il testamento spirituale di Beethoven”.