Il Conservatorio Briccialdi di Terni è ufficialmente statale. Il ministro dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa ha firmato il decreto di statalizzazione.

La firma era attesa da tempo, come formalizzazione e ufficializzazione di un risultato già colto nel momento in cui si era chiuso positivamente l’iter di valutazione – da parte della apposita commissione interministeriale – delle domande di statalizzazione avanzate dal Briccialdi a settembre del 2019.

 “è una data storica, non solo per il Briccialdi, ma per tutta la città di Terni che ha da sempre forti legami con l’istituto musicale”: così il direttore Marco Gatti commenta a caldo la notizia, giunta lo scorso venerdì: il Ministro dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa, ha firmato il decreto di statalizzazione dell’Istituto “Briccialdi” di Terni.

 Con la statalizzazione, a decorrere dal 2023, il personale docente e tecnico-amministrativo del Briccialdi entra nei ruoli dello Stato, e per conseguenza i relativi stipendi saranno emessi direttamente dalla Ragioneria dello Stato. Il bilancio dell’Istituto è quindi sgravato da quella che fino a ieri è stata la maggiore voce di spesa che, sostenuta per decenni dal Comune di Terni, e poi sempre meno e sempre a maggior fatica, è stata affrontata in anni difficilissimi che hanno messo a rischio la sussistenza stessa dell’Istituto Briccialdi.

 “C’è sempre stato un obiettivo – commenta il presidente Letizia Pellegrini – una meta che ha costantemente guidato l’opera mia e del direttore: trasformare il Briccialdi da problema del Comune a risorsa per la città. Ora che c’è finalmente il risultato, non rimane che continuare ad impegnarsi perché il Briccialdi onori la sua mission e perfezioni e incrementi tutto quanto ne fa un istituto statale non solo di diritto, ma anche nella sostanza: con il dinamismo e la ricchezza, sul piano formativo, culturale, artistico e sociale che deve contraddistinguere, e contraddistingue, non solo le università italiane, ma anche i conservatori di musica e le accademie artistiche e coreutiche”.