“Rilanciare la chimica come perno strategico del sistema industriale della provincia di Terni, tutelare gli investimenti per il futuro degli assets dell’idroelettrico, fare chiarezza sugli sviluppi futuri di ASM e di tutte le società partecipate”. È la richiesta che la Filctem Cgil di Terni rivolge alle forze politiche che si candidano a governare la Regione e che si misureranno nelle elezioni del 17-18 novembre. Il sindacato, riunito in assemblea, ha infatti approvato un ordine del giorno che rimarca la grave crisi della chimica nei 3 principali poli industriali di Terni, Narni e Nera Montoro.
Una crisi che oramai si protrae da moltissimi anni – spiega il segretario generale della Filctem Cgil di Terni, Stefano Ribelli – I progetti di riconversione e di sviluppo del polo industriale di Terni sulla base dell’economia circolare ancora non si vedono. Nè quello denominato Sustainable Valley, auspicato e decantato dalla Regione, nè quello legato alla ricerca. Non si capisce che impatto avrà il piano industriale di Eni Versalis sulla Novamont di Terni, dove non si stanno facendo gli investimenti e pian piano si sta svuotando l’azienda delle professionalità mandando vari lavoratori in altri siti in trasferta”.
“Poi – continua Ribelli – Moplefan tra le difficoltà sta provando a ripartire dopo la fermata e la lotta dei Lavoratori nella estenuante vertenza Treofan. La sfida aperta e molto complicata per la nuova società si sta dimostrando quella di trovare e mettere a terra gli strumenti finanziari annunciati dalle istituzioni per accompagnare il revamping degli impianti per la ripartenza di questa azienda strategica per tutto il polo chimico. Nel polo di Narni soffre la Sangraf sia nei volumi produttivi di elettrodi di grafite sia nelle relazioni sindacali. A Nera Montoro l’Alcantara sconta la crisi dovuta al mercato automotive e non ha rinnovato nel 2024 molti contratti a termine”.
Il tema dell’aumento dei costi energetici e delle materie prime, il calo del mercato che si protrae da molto tempo, la crisi del settore automotive sono fattori che stanno mettendo a rischio lo sviluppo futuro industriale della chimica territoriale.
“Gli impianti idroelettrici nel 2022 sono tornati in mano ad Enel, ma ancora non ci sono gli investimenti necessari alla manutenzione – rimarca ancora la Filctem Cgil Terni – anzi c’è l’intenzione di delocalizzazione di alcuni asset (come il posto di tele-conduzione degli impianti).
Nel 2029 scadranno le concessioni idroelettriche che vengono tirate in ballo rispetto alla vicenda dell’accordo di programma sull’acciaieria di Terni”.
Sul versante Asm, infine, l’azienda non ha ancora illustrato alle parti sindacali il piano industriale a 2 anni dall’entrata del partner Industriale Acea nella compagine societaria. Nel frattempo, secondo il sindacato, ci sarebbe necessità di potenziare gli organici in tutti i servizi (acqua, gas, elettrico) dove opera l’azienda, settori cruciali per il lavoratori e per i cittadini.
“Tutto questo ci porta a ribadire la necessità di diverse politiche industriali e di scelte da fare sul territorio – conclude Ribelli – per dare una prospettiva concreta di sviluppo ai settori ed ai poli industriali, che hanno un potenziale ed una opportunità di crescita in quanto strategici per Terni e in maniera più generale per il panorama nazionale. È il momento di passare dalle parole ai fatti, non proseguendo con i silenzi di convenienza o con gli slogan elettorali finalizzati solo al consenso personale di qualcuno. La politica lavori nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori”.