Cerca

Si è riunito oggi il Direttivo provinciale della Fismic Confsal di Terni.Diversi gli argomenti affrontanti nella relazione del Segretario Generale Giovacchino Olimpieri.

Il dibattito si è incentrato sulla situazione economica, produttiva e occupazionale del territorio della provincia di Terni.

Particolare preoccupazione è stata espressa per i ritardi quasi triennali dell’accordo di programma indispensabile alla realizzazione del piano industriale di AST producendo conseguenze negative sull’intero settore metalmeccanico ternano.

Senza accordo di programma il piano industriale presentato dall’azienda il 1 Aprile 2022 del valore di un miliardo tra risorse private e finanziamenti pubblici, che garantiva la salvaguardia occupazionale rischia di non essere realizzato nella sua interezza, attualmente sono stati effettuati solo circa un quarto degli investimenti finanziati dalla sola proprietà .

Un progetto industriale che rischia di essere compromesso da una burocrazia lenta, incapace e inefficiente, l’esatto contrario di ciò che serve per lo sviluppo e il rilancio dell’azienda.

Destano perplessità e inquietudine le dichiarazioni del Ministro Urso durante il question- time svoltosi l’11 Settembre alla camera dei deputati quando afferma che l’azienda ha rappresentato il problema del costo dell’energia solo durante la fase di discussione, lasciando intendere che non era stato posto come prioritario e fondamentale nell’accordo di programma, cosa invece a noi nota fin dalla data di presentazione del piano industriale.

Riteniamo ci sia bisogno di chiarezza e trasparenza, come Organizzazioni Sindacali siamo sempre stati tenuti fuori da tutti gli incontri, è arrivato il momento che i rappresentanti dei lavoratori vengano coinvolti come sempre è avvenuto in passato.

Assistiamo ad un rimpallo delle responsabilità da parte dei politici come se i problemi odierni non fossero mai stati evidenziati nei decenni passati, sentiamo parlare oggi a ridosso delle elezioni regionali del raddoppio della Orte Falconara, interrogazioni alla camera relative ai costi dell’energia e chi più ne ha più ne metta.

Tutti dimenticano di quanto sottoscritto nel patto di Territorio del 2004, vent’anni di impegni disattesi che sono costati quasi mille posti di lavoro e una produzione di eccellenza come il magnetico allora e successivamente la vertenza del 2014 con ulteriori perdite di posti di lavoro e produzioni strategiche come il Titanio.

Della gloriosa “Acciai Speciali Terni” polisettoriale è rimasto un lontano ricordo.

Anche la filiera del tubo oggi attraversa una crisi che al momento sembra irreversibile a partire dalla riduzione di personale di Forvia e l’attuale situazione del Tubificio di Terni.

Siamo stanchi di vedere la classe politica che pensa all’io, all’oggi e non all’interesse del paese e dei cittadini, non abbiamo solo i costi energetici più alti ma anche gli stipendi più bassi d’Europa e nulla si stà facendo per invertire la tendenza.