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Saldi invernali, Confcommercio e Confesercenti Umbria chiedono alla Regione il posticipo al 27 gennaio 2024

Posted By Redazione Galileo On 6 novembre 2023 @ 18:44 In Economia

Il cambiamento climatico – con temperature “estive” fino a tutto ottobre e superiori alla media anche ad inizio novembre – ha accentuato le difficoltà del settore abbigliamento, calzature, articoli sportivi, alle prese con una crisi che dura da anni e ha provocato la chiusura di centinaia di aziende.
Per questo Confcommercio Federmoda Umbria e Confesercenti Umbria hanno avanzato concordemente alla Regione la richiesta di posticipare l’avvio dei saldi invernali dal 5 al 27 gennaio 2024.  Una proposta maturata sulla base di   una consultazione della base associativa del settore, che ha dato risultati molto convergenti, con l’assoluta maggioranza (oltre il 90%) favorevole al posticipo al 27 gennaio. Motivata da questo risultato, la richiesta è stata posta all’attenzione dell’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Fioroni, che ha espresso piena disponibilità a verificarne la fattibilità, anche previa consultazione con le Regioni limitrofe. In materia di saldi la competenza a decidere le date è infatti in capo alla Regione, ma da anni ormai, in sede di Conferenza Stato-Regioni, si è raggiunto il risultato di una data unica di partenza, tranne alcune eccezioni.

La richiesta delle associazioni dà voce alle esigenze e alle preoccupazioni delle imprese del comparto moda, che affrontano da anni una situazione pesante, dovuta alle nuove forme di concorrenza e allo stravolgimento nelle dinamiche dei consumi, il tutto aggravato pesantemente prima dal Covid, poi dall’aumento dei costi,   ora dall’anomalo perdurare di temperature ben oltre la media, che stanno bloccando gli acquisti di capi invernali.

“Un ottobre così negativo non si era mai visto! – sottolinea Carlo Petrini, presidente di Federmoda Umbria Confcommercio –.  I negozi sono pieni di merci, i fornitori, tranne pochi casi, negano la possibilità di allungare i pagamenti. Data questa situazione, spostarli al 27 gennaio restituirebbe ai saldi la loro autentica natura di vendite di fine stagione. Bisogna tornare alla vera stagionalità, sia nelle vendite che negli acquisti. Come Federmoda Umbria abbiamo posto il problema all’attenzione della Federmoda nazionale, convinti sulla data dei saldi occorra comunque una soluzione unitaria e omogenea, cosa peraltro non facile perché ogni realtà territoriale ha diverse dinamiche di mercato. Stiamo lavorando in particolare con le regioni vicine all’Umbria, perché se mantenessero la data del 5 gennaio si genererebbe una dinamica concorrenziale sfavorevole. In ogni caso le imprese umbre hanno espresso il consenso al posticipo anche in questo caso.  Siamo grati all’assessore Fioroni – aggiunge Petrini – per l’attenzione che  ha riservato alla nostra istanza e averne perfettamente colto le motivazioni. Le difficoltà non mancano, ma siamo certi che la Regione farà di tutto per dare una risposta in linea con i desiderata delle imprese umbre”.

“Siamo alle prese con una stagione fortemente compromessa – aggiunge il presidente  Confesercenti Umbria Giuliano Granocchia -  il posticipo dei saldi è una richiesta dettata proprio da questa contingenza. Una richiesta necessaria perché altrimenti si rischia di far saltare un’intera stagione a danno di un comparto  fondamentale per la produzione del PIL nazionale. I negozi di abbigliamento, calzature, accessori, pelletterie, tessile casa ed articoli sportivi sono la spina dorsale economica delle nostre città, contando la presenza in Italia di 175.395 punti vendita che danno occupazione a 301.494 addetti”.
Il tema saldi è però solo un aspetto di un intervento più ampio e complessivo che secondo Federmoda Confcommercio Umbria e Confesercenti Umbria non è più rinviabile. “Chiediamo al Governo interventi straordinari – concludono Petrini e Granocchia – per sostenere e riqualificare un tessuto diffuso di piccole e medie imprese che hanno uno strettissimo legame con il territorio e che in buona parte rischia di scomparire, sopraffatto da uno stato di crisi ultra decennale”.


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