Nel 2022 si è registrato in Umbria, come in Italia, un deciso incremento nelle entrate programmate (i contratti di almeno 20 giorni lavorativi che le imprese intendono stipulare, i quali quindi nel corso dell’anno possono anche essere molteplici per ogni lavoratore) di lavoratori immigrati: si tratta di un flusso pari a 11.810 assunzioni, notevolmente superiore sia ai dati 2019 e 2021 e superiore anche alla media nazionale.

È lo scenario delineato dal volume “Lavoratori immigrati, 2022″ del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal).

Più in dettaglio, in Umbria nel 2022 l’incidenza del personale immigrato sulla domanda delle imprese è pari al 19,1%, superiore al 17,8% della media nazionale e quinto valore più elevato dopo quelli di Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige.

L’aumento delle assunzioni attese di personale immigrato è diffuso per tutti i livelli professionali. Tra il 2019 e il 2022 si va da un massimo di quasi +60% per le professioni tecniche per la crescente richiesta delle professioni infermieristiche e di quelle legate alla trasformazione digitale, a un minimo +15,8% per gli impiegati. È circa del 50% l’incremento per le figure degli operai specializzati e conduttori di impianti con punte molto superiori, ad esempio, per i muratori, per gli elettricisti, per gli operai addetti a macchine confezionatrici.

Intanto, la rilevazione del Sistema Excelsior evidenzia che, ad aprile 2023, le assunzioni totali programmate dalle imprese ammontano a 5.730, +34,5% rispetto ad aprile 2022. Un dato, quello umbro, notevolmente superiore a quello medio nazionale (+20,6%).

Nella regione – riferisce un comunicato della Camera di commercio – è stimato da un’apposita indagine del Sistema Excelsior un fabbisogno di 58mila assunzioni nel quinquennio 2023-2027. La difficoltà di reperimento del personale nel 2022 ha riguardato in Umbria il 48% delle assunzioni e in Italia il 40%. Considerando una tempistica di difficoltà di reperimento compresa tra due e 12 mesi, si è stimata per il 2022 una perdita di valore aggiunto in Umbria di 507,7 milioni di euro e in Italia di 37,7 miliardi.