Abbassamento del voltaggio, spegnimento ad orario, spegnimento a zone e di palazzi e monumenti: sono in sintesi le proposte contenute in un documento di Anci Umbria per contrastare i rincari energetici e per muoversi in sintonia e in maniera condivisa creando delle linee guida a cui poi tutti i sindaci dovranno poi attenersi.

Al fine di un nuovo confronto con i prefetti e non solo, per valutarne la fattibilità e i limiti, il documento (la prima bozza di riflessione è stata messa già a disposizione dei Comuni) è stato illustrato durante un incontro promosso da Anci Umbria che si è tenuto oggi nella sala del Consiglio provinciale di Perugia.

Oltre ai sindaci del territorio, erano presenti alcuni parlamentari eletti in Umbria (Emma Pavanelli, Anna Ascani, Raffaele Nevi, Virgilio Caparvi), rappresentanti delle associazioni di consumatori e di categoria, il prefetto di Perugia Armando Gradone, il viceprefetto vicario di Terni Andrea Gambassi e il presidente della Fondazione umbra per la prevenzione dell’usura, Fausto Cardella. “Solo insieme le difficoltà possono essere affrontate, con spirito di unità e collaborazione” ha affermato ad inizio incontro il presidente di Anci Umbria Michele Toniaccini. Il documento fa infatti seguito all’incontro del 5 ottobre scorso, tenuto tra i sindaci e i prefetti di Perugia e Terni, su questo tema incalzante dei rincari energetici. In quell’occasione un accordo non era stato trovato e quindi i soggetti coinvolti si sono ritrovati nuovamente a discutere con qualche prima proposta sul piatto.

In premessa, Toniaccini ha ricordato che sono state stabilite a livello statale una serie di misure di finanziamento a tamponamento, grazie anche all’interessamento di Anci nazionale, “ma che, per la maggior parte dei casi, non saranno efficaci nell’immediato, quando costi energetici abnormi rischiano di creare serie conseguenze nei bilanci comunali a scapito dei servizi e d’altra parte anche un problema per quanto riguarda la sicurezza e l’ordine pubblico”.

Alcuni Comuni, ha aggiunto, “si sono già mossi autonomamente in Umbria come in tutta Italia, spinti dalla necessità di razionalizzare le spese, ma dall’incontro del 5 ottobre è chiaramente emersa la volontà di trovare e mettere in campo soluzioni condivise”.

Da parte di Anci Umbria c’era quindi la necessità di capire se le iniziative prese dai sindaci sono coperte da un eventuale responsabilità che grava sulle loro spalle. E dalle prefetture è stato spiegato che queste non sono azioni contemplate e prassi da seguire, richiedendo quindi anche loro azioni condivise e linee comuni per tutti i territori dell’Umbria e una riflessione anche a livello nazionale prima di intraprendere qualsiasi iniziativa.

Dando seguito al primo incontro, con questo nuovo confronto sono pertanto emerse alcune proposte per dare le prime linee guida. In particolare, nel documento si propone di: abbassare la potenza dell’illuminazione dopo un orario stabilito; accendere l’illuminazione pubblica mezz’ora dopo e spegnerla mezz’ora prima per risparmiare un’ora ogni giorno; spegnere alternativamente i pali per l’illuminazione in modo da tenerne accesi solo una metà; spegnere l’illuminazione pubblica a parchi e giardini pubblici ogni notte ad un orario stabilito, eliminare momentaneamente l’illuminazione notturna a palazzi, statue, monumenti e altro tipo di opere non essenziali.

Queste proposte – si legge nel documento – andranno poste in essere senza che venga messa a repentaglio la fruizione turistica dei luoghi e soprattutto la circolazione in sicurezza dei cittadini, cercando quindi di limitare al massimo o di evitare del tutto aree completamente buie, specialmente in zone che ogni Comune reputa a rischio di degrado e azioni di criminalità. Andranno inoltre individuate con precisione le fasce orarie, col supporto degli uffici tecnici dei Comuni.

Una decina i Comuni presenti e una quarantina quelli collegati online. Di un problema serio e da risolvere in fretta, evitando drastiche scelte, hanno parlato tutti i sindaci e gli altri rappresentanti delle amministrazioni comunali intervenuti. Ai parlamentari presenti (tutti hanno rimarcato come nel documento ci siano proposte interessanti) è stato infine chiesto di farsi portavoce delle istanze dei Comuni a Roma.