“Da parte delle amministrazioni locali e delle associazioni datoriali di questo territorio non c’è la volontà di aprire un confronto con le organizzazioni sindacali. Il risultato è che in campo, nonostante le ingenti risorse disponibili, ci sono timide proposte con scarsa visione, senza una programmazione di prospettiva capace di immaginare un nuovo modello per affrontare le sfide future”.

È quanto si legge in un passaggio del documento finale approvato oggi, 21 giugno, dal direttivo della Cgil di Terni, riunito presso la Camera del Lavoro. Sanità, lavoro e modello di sviluppo territoriale sono i temi su cui, secondo la Cgil ternana, manca quel cambio di passo che è “fondamentale” per non perdere le sfide della sostenibilità, sociale e ambientale, che hanno scadenze ormai prossime (2030 e 2050).

“Il territorio ternano merita un cambio di passo in tema sanitario – si legge nel documento approvato – servono scelte politiche diverse da quelle che si stanno facendo, che delineano un indebolimento complessivo dei servizi socio sanitari territoriali. La piattaforma di Cgil, Cisl e Uil di Terni chiede scelte attente nella difesa della sanità pubblica, per rafforzamento della sanità territoriale, per l’adeguamento della rete ospedaliera e per gli investimenti in termini di personale e tecnologie in grado di rispondere in modo più efficiente ai bisogni delle cittadine e dei cittadini”.

Altro tema centrale per un cambio radicale é il nuovo modello di sviluppo. “L’iniziativa della Cgil di Terni che ha visto istituire un Forum sulla sostenibilità lo scorso 22 aprile ha rappresentato un grande momento di confronto e di partecipazione delle tante associazioni presenti nel territorio. La Cgil intende proseguire su quella strada auspicando che le istituzioni raccolgano e sviluppino le idee messe in campo dal forum”.

Ultima, ma non ultima priorità il lavoro. “La sicurezza, la quantità e la qualità, il ruolo contrattuale del sindacato – scrive la Cgil ternana – sono aspetti fondamentali, come la necessità di una legge sulla rappresentanza per evitare il proliferare dei contratti pirata. Serve sconfiggere la precarietà attraverso nuove leggi sul mercato del lavoro e serve una legge regionale sugli appalti, che rappresentano un nervo scoperto dove non solo il precariato, ma anche i bassi salari ed i pochi diritti fanno arretrare inevitabilmente le condizione materiali di quelle lavoratrici e di quei lavoratori, spesso generando anche inefficienze nel sistema dell’erogazione dei servizi”.