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“No a facili e prematuri entusiasmi sull’evoluzione della vertenza di Acque minerali d’Italia: sarà possibile dare giudizi solo dopo aver visionato il piano industriale e commerciale relativo ai siti umbri, un piano che dovrà dare prospettiva di investimenti per la salvaguardia occupazionale e per un mantenimento e sviluppo dei marchi prodotti”. Ad affermarlo in una nota sono i sindacati dei lavoratori di Sangemini e Amerino, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil che prendono posizione in merito agli ultimi avvenimenti che hanno portato all’omologa del concordato Ami presso il tribunale di Milano e successivamente agli articoli a mezzo stampa usciti immediatamente dopo.

“Crediamo sia necessario fare chiarezza sullo stato attuale della vertenza e ribadiamo con fermezza che il percorso in piedi con il management aziendale è ancora da definire – chiariscono i sindacati – per questo serve la vicinanza di tutte le istituzioni locali e della politica unita, per la salvaguardia dei siti produttivi e dell’occupazione anche in relazione agli impegni firmati in passato da tutti noi”.

Proseguiranno dunque gli incontri con l’azienda per definire un piano di sviluppo che dovrà servire a traghettare il gruppo in “acque” più tranquille. Ma per i sindacati sarà “fondamentale” anche l’apporto degli strumenti regionali sulle politiche attive, tra l’altro percorso già aperto con l’assessorato allo Sviluppo economico della Regione Umbria, così come sarà importante il tavolo ministeriale per una risoluzione definitiva a livello nazionale.