Esprime “grande preoccupazione per il costante incremento dell’energia e delle materie prime” il Consiglio generale di Confindustria Umbria nella sua prima riunione. Situazione che per l’Organismo “mette a rischio la ripresa industriale e che ha ricadute molto negative sulla economicità della gestione delle imprese”.

“I problemi legati alle catene di fornitura – ha sottolineato il presidente di Confindustria Umbria Vincenzo Briziarelli – erano già apparsi nei mesi scorsi, ma il perdurare di questa situazione genera prospettive preoccupanti. Entro la fine dell’anno e nella prima parte del 2022 le difficoltà potrebbero avere un impatto ancora più significativo”.

Per Confindustria – si legge in una nota – ad “aggravare le conseguenze derivanti dall’aumento dei costi dell’energia” contribuisce “l’incertezza connessa all’emergenza epidemiologica, che sta causando ulteriori rincari di alcune materie prime”. Il prezzo dell’acciaio nell’ultimo anno – è stato detto – ha registrato un aumento superiore al 150% e aumenti eccezionali riguardano anche i polietileni, il rame, il legno.

“Le misure che il Governo ha adottato – ha sottolineato Briziarelli – sono destinate al contenimento delle bollette delle famiglie, degli artigiani e delle microimprese. È ora però necessario intervenire con strumenti straordinari per il comparto industriale, da assumere in tempi rapidi. Le imprese sono impegnate nella transizione verso l’utilizzo di fonti energetiche decarbonizzate, ma al momento non ci sono alternative sostenibili al gas naturale, che rappresenta ancora il miglior combustibile disponibile dal punto di vista ambientale. Per l’avvicinamento agli obiettivi green in tempi ragionevoli è necessario assicurare un quadro regolatorio certo e specifici incentivi per favorire lo sviluppo di nuove soluzioni energetiche”.