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Nella serata di domenica, 19.01.2025, si è consumata l’ennesima aggressione ai danni di un agente della polizia penitenziaria nel carcere Spoletino di Maiano. Un detenuto di origine magrebina, non nuovo ad azioni violente ai danni del personale e di altri detenuti, trasferito pochi mesi orsono dalla Toscana, ha dapprima danneggiato e reso inservibili suppellettili e beni dell’amministrazione all’interno del reparto detentivo ove era ubicato, e poi sfogato la sua becera violenza verso un Assistente Capo del Corpo che aveva tentato di contenere il facinoroso, dapprima colpendolo con una testata e in seguito lanciandogli contro un oggetto contundente che gli ha provocato la frattura di dita delle mani. Il malcapitato, se l’è cavata (si fa per dire) con 30 giorni di prognosi ed una mano gessata. La violenza del detenuto in parola non si è fermata qui, difatti il medesimo ha aggredito e opposto ferma resistenza anche agli operatori di polizia che hanno cercato di contenerlo e placarlo. La notizia è riferita da Fabrizio Bonino, Segretario per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Il sindacalista denuncia che quest’ ennesima aggressione segue di poco altra violenza perpetrata ai danni del personale, già esiguo, del carcere di Spoleto. Pochi giorni fa un ‘altro detenuto, questa volta di origini italiane, e sottoposto a regime di “Sorveglianza Particolare” (particolare regime restrittivo comminato ai detenuti più violenti e pericolosi), aveva colpito proditoriamente al volto un altro agente con un pugno. Netta la denuncia del primo Sindacato del Corpo: tale spirale di violenza, oltre alla carenza di personale per la quale il SAPPE, unitamente a molte altre del comparto ha proclamato lo stato di agitazione, è verosimilmente causa delle decine e decine di detenuti allontanati e trasferiti dalle carceri Toscane verso quelle umbre. Basti pensare che dal giugno scorso oltre 70 detenuti, ritenuti tra i più facinorosi e violenti delle carceri Toscane, sono stati inviati a quello di Spoleto. Inoltre, come se non bastasse, il carcere di Spoleto dovrà patire la mancata assegnazione di un contingente di personale adeguato, promesso per febbraio prossimo e poi inopinatamente sconfessato da parte della stessa Amministrazione Penitenziaria di Firenze, in barba ad ogni più elementare direttiva e regola, anche di buon senso.

Solidarietà al personale di Polizia Penitenziaria del Reparto di Spoleto arriva anche da parte di Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “questo è lo scenario quotidiano in cui opera il Corpo di Polizia Penitenzia. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Le carceri sono in mano ai delinquenti e dunque serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il leader del SAPPE. Che torna a fare appello ai vertici toscani e nazionali dell’Amministrazione penitenziaria per un incontro urgente: “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta, ma anche per programmare urgenti riforme strutturali non più rinviabili come l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la previsione che i tossicodipendenti scontino la pena in comunità e, soprattutto, il potenziamo dell’organico del Corpo di Polizia Penitenziaria alla luce dei prossimi annunciati pensionamenti”. “Servono”, conclude il leader del SAPPE, “servono tutele, garanzie funzionali e nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio, come le bodycam ed il taser per potersi difendere dai detenuti violenti nonchè nuove tutele legali”.