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Dopo l’ennesimo episodio drammatico avvenuto in un carcere umbro, è ferma la protesta del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Spiega Fabrizio Bonino, segretario SAPPE dell’Umbria: “Un detenuto nigeriano di 37 anni, in attesa di primo giudizio e ristretto al terzo piano della Circondariale, è deceduto stanotte, probabilmente per cause naturali. La morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato, seppur il tempestivo intervento degli Agenti e del personale Sanitario del carcere perugino non ha potuto evitare il dramma.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, sottolinea: “Siamo di nuovo qui a discutere di problemi e soluzioni sul sistema carcere, a margine del triste evento accaduto a Capanne. Il fatto è che i problemi si ingigantiscono e le soluzioni – sempre quelle, poche, semplici e chiare – non vengono ascoltate. Finora non sono mancati gli interlocutori, ma le soluzioni concrete, non ideologiche; quelle ideologiche ci sono state ed hanno sfasciato il sistema penitenziario, minandone la sicurezza nelle fondamenta. La realtà è che tra le principali riforme che hanno destabilizzato il sistema e destrutturato la sicurezza nelle carceri vi è anche l’eliminazione della sanità penitenziaria, che consentiva una gestione “c.d. interna” attraverso convenzioni stipulate tra amministrazione e medici, i quali garantivano una presenza costante e una conoscenza della popolazione detenuta che era fondamentale per una corretta e più adeguata gestione”.

Per il SAPPE, “aver ricondotto tutto sotto la gestione della sanità pubblica e delle AUSL ha determinato notevoli disservizi e incapacità di avere una adeguata gestione interna”. Per questo, il leader del primo Sindacato della Polizia torna a sollecitare un intervento dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria.