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RIFIUTI IN UMBRIA, UILTRASPORTI: “NUOVI RINCARI DA AURI”

Posted By Redazione Galileo On 16 aprile 2024 @ 12:38 In Cronaca

La raccolta differenziata dei rifiuti resta la strategia vincente, accompagnata da una politica industriale di implementazione di impianti dedicati di ultima generazione, affinché si verifichi l’economia circolare, importantissima per il riutilizzo delle materie rielaborabili e riciclabili ai fini del risparmio economico ma soprattutto posto a salvaguardia dell’ambiente.

A condizione che tali sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti sia sostenibile. Quando diventano esasperati, come i sistemi di

raccolta differenziata spinta, allora qualche importante problema si pone in evidenza. Per tre semplici, ma importanti, ordini di problemi: economico/ambientale e salutare:

Economico/ambientale: a differenza dei sistemi di raccolta tradizionale, la raccolta differenziata spinta richiede un maggior numero di personale e mezzi necessari per capillarizzare il sistema (ad esempio lo stesso percorso che tradizionalmente è compiuto da un autocarro robotizzato grande ed un solo operatore, nel caso di raccolta differenziata spinta diventano almeno tre i mezzi piccoli e dai tre ai sei operatori.

Ne consegue inevitabilmente maggiore costo e maggiore impatto ambientale;

Il sindacato plaude all’aumento occupazionale MA QUANDO IL LAVORO SIGNIFICA MALATTIA, NON SI PUO’ ESSERE D’ACCORDO! Vediamo di seguito perché:

Salutare: la necessaria manualità utile al carico dei rifiuti nel mezzo e il ripetersi sali/scendi da parte degli operatori dallo stesso (dalle 250 alle 400 volte al giorno x 340 gg./anno, visto che non esistono più giorni festivi in questo settore) è, oramai, provato scientificamente che, in poco tempo, a causa dell’alto attrito musco/scheletrico generi malattie professionali, infortuni ed inidoneità parziale a volte totale, per gli stessi operatori. Il tutto aggravato dalla spinta delle Amministrazioni Locali tese sempre al contenimento dei costi, che si riflette negativamente con una risposta esasperata delle aziende che gestiscono il servizio nei confronti dei propri dipendenti in ordine all’innalzamento della produttività individuale, che si traduce in carichi di lavoro sopra il limite consentito. Praticamente una spirale senza fine: il servizio, come detto sopra, costa maggiormente e, per evitare l’aumento delle tariffe ai cittadini, si spremono pregiudizialmente le lavoratrici ed i lavoratori del settore. Senza pensare alla frequenza della raccolta che ormai ha raggiunto le quattro settimane per ciascuna tipologia di rifiuto (Plastica – carta – residuo secco), con seri problemi, soprattutto in estate, per i cittadini utenti che hanno i contenitori in dotazione insufficienti per tale distanza di frequenza di svuotamento. Ma neppure questo, pare, sia servito ad abbattere quei costi della raccolta differenziata spinta esasperata.

In termini di macroeconomia una azienda che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti che al suo interno ha personale parzialmente inidoneo, destinato a crescere numericamente, per quanto sopra descritto, perde notevolmente di produttività e cresce nei costi.

Ma allora quanto conviene oggi esasperare i sistemi di raccolta differenziata tradizionale in raccolta differenziata spinta se comunque in termini generali i costi aumentano??

Diventa sempre più necessario che i Gestori, ma soprattutto, le Amministrazioni Locali si soffermino a riflettere se, in questa era di forte e grave crisi economica per le famiglie, si possa continuare ad alimentare il vortice di aumento delle tariffe, assolutamente in controtendenza con quanto promesso all’origine, che la raccolta differenziata spinta, appunto, avrebbe portato al contenimento, addirittura per qualche amministratore oltranzista alla riduzione, delle tariffe sui rifiuti per i cittadini. Oggi è certo non è stato così. Si veda l’ultimo ritocco AURI tra il 5 e il 9% di incremento.

Per la Uiltrasporti dell’Umbria, oltre all’aspetto economico, preme l’aspetto che riguarda la salvaguardia della salute delle lavoratrici dei lavoratori. Innalzare gli indici occupazionali va bene farlo, ma quando le condizioni di lavoro sono accettabili. Se invece, come in questo caso, innalzare l’occupazione c’è un caro prezzo da pagare per i lavoratori, allora diventa insostenibile per il grave aumento di infortuni sul lavoro, spesso gravi, e di malattie professionali riscontrate in ambito al settore Igiene Ambientale, tendenti ad accrescere ancora. Prima che sia troppo tardi, fermiamoci a riflettere tutti, perché tutti ne trarranno vantaggio.

Non ultimo per importanza, il ritardo di 6 mesi della pubblicazione dell’avviso pubblico relativo al nuovo termovalorizzatore, quindi lo slittamento in avanti della gara regionale per la gestione dei rifiuti.

La preoccupazione riguarda quello che potrebbe avvenire con questa dilatazione dei tempi, che comporterà inevitabilmente alla deroga di scadenza di alcuni appalti, rispetto a quella prevista contrattualmente.

Immaginiamo, in un settore delicato come la gestione della raccolta e smaltimento rifiuti, nonché dello spazzamento stradale, una azienda a cui viene derogata la scadenza, come si prospetta, senza una prospettiva certa utile a programmare ammortamenti per i necessari investimenti che, in costanza di appalto e relativo contratto di servizio con durata prestabilita, è chiamata a adempiere al fine di una sana ed efficace risposta agli utenti. La risposta a tale dubbio è semplice: rischio di nessun investimento e decadenza del servizio a danno degli operatori e dei cittadini (automezzi e strumenti obsoleti non rinnovati, ecc.). A questo punto diventa essenziale prevenire ciò, quindi mettere in sicurezza la qualità e la sicurezza del lavoro e dei servizi al cittadino, indicando tempi certi e obblighi e possibilità ai gestori di continuità negli investimenti. Non è concessa nessuna distrazione. Saremo vigili al controllo.

Il Segretario Generale Stefano Cecchetti


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