“Un incontro utile su molti punti di vista, ma restano alcune distanze su altri elementi come la tutela dell’ospedale di Spoleto, che deve tornare ad essere un Dea di primo livello, con i servizi connessi ad un ospedale di emergenza – urgenza di primo livello e il proprio codice univoco, per poter consentire una integrazione organica dei poli di Foligno e Spoleto, garantendo anche la sicurezza dei cittadini”. Così in una nota Cgil e Uil confederali, all’indomani dell’incontro che si è svolto presso la direzione della Usl Umbria 2 sul tema del terzo polo.

“Sono stati sottoposti alla nostra attenzione – spiegano Cgil e Uil – diversi progetti che interesseranno la sanità del territorio. In primo luogo il completamento delle strutture previste dagli interventi del Pnrr Sanità come le case e gli ospedali di comunità. Elementi fondamentali per decongestionare i pronti soccorso ma per i quali servono delle assunzioni rapide, affinché non si rivelino delle cattedrali nel deserto. Questo c’è stato assicurato e saremo vigili a verificare che alle parole seguano i fatti. Bene ovviamente il progetto pilota sull’assistenza domiciliare, nell’ottica della salvaguardia degli anziani e dei pazienti fragili, con più difficoltà negli spostamenti. Auspichiamo che il progetto del Pdta del paziente oncologico, ovvero la presa in carico che prevederà tempistica specifica per presa in carico del paziente dopo la diagnosi e l’entrata in funzione dell’acceleratore lineare, possa davvero ridurre la mobilità passiva che, nel tempo, si è andata ampliando”.

“Il nostro obiettivo – concludono Cgil e Uil – è comunque che, con il Terzo polo, a Spoleto vengano ripristinati e resi operativi tutti i servizi che connotano un ospedale di emergenza – urgenza di primo livello. Serve un numero di personale necessario e adeguato al corretto funzionamento di tutte le specialità previste per il Dea di I livello: medicina interna, chirurgia generale, anestesia e rianimazione, ortopedia e traumatologia, Utic e cardiologia e pronto soccorso. Tutto ciò per dare immediata assistenza sanitaria alle acuzie dei cittadini di Spoleto e della Valnerina, per i quali Spoleto è la struttura di riferimento. Un bacino di 160mila persone circa, in crescita con i turisti”.