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“Leggiamo da note stampa gli esiti negativi della discussione in consiglio regionale riguardanti l’impegno ad avviare le procedure per l’espletamento del concorso per il nuovo direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera di Terni e il relativo rafforzamento di organici. Appare chiara, dal nostro punto di vista, la volontà di penalizzare l’azienda ospedaliera di Terni, verso la centralizzazione del servizio in un’unica azienda, tema sul quale più vote ci siamo espressi con netta contrarietà”. Lo affermano in una nota congiunta Valentina Porfidi, segretaria generale della Fp Cgil di Terni, e Claudio Cipolla, segretario generale della Cgil di Terni. “Come organizzazione sindacale – continuano i due segretari – da tempo chiediamo chiarezza da parte della Regione rispetto alla prospettiva e al futuro della sanità dell’Umbria e della provincia di Terni, in risposta alle esigenze e ai bisogni delle cittadine e dei cittadini. Noi siamo e restiamo per 2 aziende ospedaliere distinte, per mantenere l’alta specialità, che si garantisce attraverso integrazione di primariati, assunzione di personale e qualità delle prestazioni”.
La Cgil sottolinea come la Cardiochirurgia di Terni in questi anni abbia rappresentato, in termini di qualità e di attrattività, anche da fuori regione, un pilastro portante della sanità umbra. “Un depotenziamento della struttura comporterebbe quindi un arretramento del servizio alla cittadinanza – osservano Porfidi e Cipolla – con ripercussioni anche in tutto l’ambito interventistico della Cardiologia, in quanto determinate procedure necessitano inevitabilmente di uno staff cardiochirurgico sempre presente”. Secondo il sindacato è “indispensabile” pertanto ridefinire la programmazione e l’idea di futuro dell’azienda ospedaliera, anche attraverso l’individuazione delle figure apicali che diano prospettiva alle strutture complesse.
“La qualità del servizio – continuano Porfidi e Cipolla – si garantisce con un’organizzazione aziendale certa e definita. Non è più tempo di attese, chiediamo di avviare rapidamente i concorsi per la copertura dei tanti reparti sprovvisti di primario ed assicurare la qualità del servizio alla cittadinanza”.
Al tempo stesso, per la Cgil è fondamentale “avviare procedure concorsuali per infermieri a tempo indeterminato, viste le difficoltà di copertura di lunghe assenze da malattia/maternità e i continui mancati nullaosta per mobilità, determinati dalla carenza di organici”.
“Anche se i dati dimostrano un miglioramento delle prestazioni dell’azienda ospedaliera – concludono Porfidi e Cipolla – permangono ancora grandi difficoltà nell’assicurare determinati standard clinico-assistenziali, attualmente insufficienti data la presenza di organici sottostimati rispetto alle reali esigenze (la presenza numerica degli Oss nei reparti ne è un esempio). Per questo continueremo nella nostra azione per il rafforzamento delle strutture territoriali, per il giusto riconoscimento del personale e la difesa del diritto alla salute”.
Cardiochirurgia, Fp Cgil Medici Umbria: profonda preoccupazione per mancata copertura primariato Terni
“Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per l’ennesimo attacco al servizio sanitario regionale, essendo venuti a conoscenza della mancata volontà dell’amministrazione regionale di garantire il primariato della struttura di Cardiochirurgia dell’azienda ospedaliera di Terni”. Lo scrive in una nota la Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN Umbria. “Da anni si aspetta la procedura concorsuale per superare l’incarico di facente funzioni per una delle eccellenze della sanità regionale – continua la nota – Riteniamo che il problema derivi dalla volontà di non mantenere due cardiochirurgie in ambito regionale, ma se di questo si tratta, a nostro avviso si commette l’errore di non garantire la necessaria tempestività di intervento con la dovuta competenza verso patologie gravi e tempo-dipendenti, anche considerando la localizzazione geografica dell’azienda ospedaliera di Perugia”.
“Non ci sfugge peraltro – conclude la Fp Cgil Medici dell’Umbria – che perveniamo a questo punto avendo una situazione di stallo per quanto riguarda la definizione del piano sanitario regionale e della convenzione Regione/Università, rispetto ai quali, viste le opposizioni pervenute verso le proposte presentate, si è deciso di insabbiare il processo anziché portarlo a partecipazione”.
Thomas De Luca (M5S Umbria): “La Lega appoggia la linea dell’assessore Coletto sull’accorpamento di Cardiochirurgia di Terni con Perugia”Prendiamo atto che la Lega Terni appoggia la linea dell’assessore Coletto di fare una “valutazione” sull’opportunità economica di accorpare la struttura complessa di Cardiochirurgia di Terni con quella di Perugia, confermando de facto tutto ciò che abbiamo detto in queste ore. Lo fa con un comunicato che per toni e livore sembra quasi scritto a quattro mani con Alternativa Popolare. Offese che lasciano trasparire il grave imbarazzo in cui gli ultimi giapponesi della Lega a Terni sono stati abbandonati dai loro rappresentanti in Regione che hanno bocciato l’emendamento al DEFR. Emendamento dichiarato ammissibile dagli uffici e dall’ufficio di presidenza di cui anche la Lega fa parte. Fortunatamente tra pochi mesi la Lega in Umbria rimarrà solo un brutto ricordo. Nel frattempo siamo costretti a fare i conti con i disastri che stanno lasciando soprattutto nella gestione della sanità. L’incapacità della destra è sotto gli occhi di tutti: visite ed esami sono imprenotabili per tutti, compresi i loro elettori. Anche tra di loro, infatti, c’è chi è costretto a dover scegliere tra curarsi dal privato o pagare affitto e bollette. Consigliamo ai rappresentanti della Lega, non solo a Terni ma in Umbria, di chiedere scusa ai cittadini, ai medici e ai professionisti che lavorano e si impegnano tutti i giorni negli ospedali della regione ben oltre le proprie forze per compensare le loro sciagurate decisioni politiche.Thomas De Luca consigliere regionale Movimento 5 Stelle Umbria 

Alleanza Verdi Sinistra Terni: Con la Giunta Tesei i ternani devono migrare per curarsi e le casse sanitarie saranno sempre più in rosso!

Il centro–destra sta distruggendo la sanità pubblica ternana ed umbra. 

La mancata copertura della posizione di direzione del reparto di Cardiochirurgia come in molti reparti specialistici dell’Azienda Ospedaliera di Terni, testimonia la progressiva destrutturazione del presidio ospedaliero di Terni e della sua capacità di risposta ai bisogni di cura dei cittadini. 

Ne è peraltro indiretta conferma il fatto che per un ricovero su quattro all’Ospedale di Terni nel 2022, per le prestazioni in classe A, da effettuarsi entro 30 giorni,  si è andati oltre i tempi di attesa consentiti.

Gli effetti di questo depotenziamento li ritroviamo riflessi nei conti del fondo sanitario umbro. Qualche giorno fa l’AGENAS, l’ Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ha reso noti i saldi tra mobilità attiva e passiva nel 2022 per quanto riguarda la sanità regionale: si tratta di un deficit di diciotto milioni per i ricoveri e di oltre tre milioni per le prestazioni ambulatoriali. 

Gli umbri che si curano fuori regione sono in numero sempre maggiore, ampiamente superiore a quanti da fuori regione vengono a curarsi in Umbria. 

L’andamento è di un progressivo peggioramento. Nel 2017 costi e ricavi si equivalevano. 

Agenas calcola anche un “indice di fuga” che in Umbria è pari al 21 per cento, il doppio della media nazionale. Questi dati ci dicono che spendiamo una parte significativa delle risorse che ci vengono assegnate a vantaggio di strutture sanitarie pubbliche e private di fuori regione. 

E gli umbri non si divertono certo a curarsi lontano da casa. Se lo fanno è perché si sentono meglio curati altrove. Solo pochi anni fa era il contrario.

Invece di investire di più in sanità pubblica, chi ci governa pensa che sia meglio accentrare . Ma questa è la strada solo per mortificare e depotenziare strutture sanitarie che si potevano considerare di eccellenza, come il Presidio Ospedaliero ternano. Contro questa mortificazione , contro questa spoliazione ci batteremo con ogni forza che abbiamo e chiediamo a tutti ,comprese le istituzioni locali, di battersi.