“Uno sciopero per e non contro qualcuno, ma anche i metalmeccanici umbri vogliono una garanzia per il proprio futuro”: parlano di “obiettivo raggiunto” Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm di Terni riferendosi allo sciopero che ha visto partecipare anche lavoratori e lavoratrici metalmeccanici della regione e con al centro il rilancio industriale, l’occupazione, gli investimenti, la transizione sostenibile e la risoluzione delle crisi aperte.
“Uscire dalle fabbriche per far sentire la voce dei tanti lavoratori metalmeccanici della nostra regione – sostengono i sindacati di Terni in una nota – la buona riuscita arriva anche perché troppe minacce sono all’orizzonte.
La transizione ecologica e digitale, la crisi energetica e le crisi aperte sono troppo pericolose per continuare a non essere affrontate”.
Per Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm “anche l’Umbria necessita interventi urgenti nel settore delle politiche industriali” e “il governo ora deve dare delle risposte perché non è più sufficiente incontrarci ma bisogna chiarire quali politiche industriali e quanti investimenti pubblici intenda mettere in campo per tutelare l’occupazione, i diritti e il salario delle lavoratrici e dei lavoratori”.
“E’ ora di passare dalle parole ai fatti – chiedono ancora i sindacati – per aprire un confronto negoziale per l’incremento degli investimenti pubblici e privati nei settori strategici e la reindustrializzazione delle aree di crisi per garantire l’occupazione, l’utilizzo delle risorse del Pnrr per lo sviluppo del settore metalmeccanico, la riforma degli ammortizzatori sociali, con strumenti adeguati a gestire la transizione ecologica e digitale, l’incentivazione di contratti di solidarietà, per ridurre l’orario di lavoro e favorire l’occupazione giovanile, un piano di formazione sulle nuove competenze, il superamento del massimo ribasso negli appalti e la stabilizzazione del lavoro precario”.