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Legamento rivoluzionario innestato su 40 pazienti all’Ospedale di Terni

Posted By Redazione Galileo On 7 aprile 2023 @ 18:53 In Cronaca

Un legamento rivoluzionario, che nasce sintetico e può “evolversi”. E’ l’ultimo lavoro portato avanti dal professor Giuliano Cerulli, che nell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni ha eseguito un intervento di rilevanza internazionale, spiega lo stesso ospedale.

Il professor Cerulli, in qualità di principale investigatore e con il dottor Matteo Tei come co-investigatore – con l’approvazione del ministero della Salute e del Comitato etico regionale Umbria – ha impiantato in 40 pazienti selezionati in base a criteri selettivi questa “evoluzione” di un legamento sintetico di ultima generazione, già in uso da oltre 25 anni. Intervento portato avanti nell’ambito dello studio clinico “Fase uno prospettico in doppio cieco”.

Il legamento è prodotto in Francia ed è stato studiato all’Istituto Galilei della XIII Università di Parigi. Qui i ricercatori hanno introdotto nella struttura del legamento sintetico (teraftalato) una sostanza che mima i glicosaminoglicani presenti nel legamento umano, che stimola la ricrescita dei fibroblasti e dei sinovialociti, cosicché la struttura sintetica diviene biomimetica e bioattiva, quindi si evolve.

Anni fa il professor Cerulli lo aveva impiantato nel modello ovino (pecora) presso la Scuola nazionale di veterinaria a Versailles, in Francia. I risultati furono molto soddisfacenti e quindi si è passati allo studio successivo, quello portato a termine dal dottor Cerulli e dal dottor Tei. I risultati finali verranno analizzati da un “blind observer” esterno, esperto del settore (Università degli Studi di Perugia, prof. Auro Caraffa).

Seguirà uno studio policentrico internazionale, coordinato dal professor Cerulli, e, se i risultati saranno positivi, l’utilizzo di tali legamenti per la ricostruzione del crociato anteriore sarà una rivoluzione per gli sportivi e non solo. Infatti non sarà più necessario utilizzare altri tendini in sostituzione del crociato rotto, e i tempi di recupero per lo sport e non solo saranno molto ridotti (tre mesi circa).

L’azienda ospedaliera di Terni ricorda inoltre che si tratta del primo studio clinico “Fase uno” del settore chirurgico in ambito ortopedico svolto in Umbria, e uno dei pochissimi in Italia, e soprattutto è raro che un medical device chirurgico “estero” venga affidato per studi di fase uno a chirurghi italiani.

“Si tratta di una evoluzione clinica – spiega il direttore generale Andrea Casciari – di straordinaria importanza, che apre le porte a nuovi studi e a nuove possibilità per una platea molto ampia di pazienti, non solo quelli sportivi. Ancora una volta quindi l’ospedale di Terni si dimostra pronto ad accogliere sviluppi medici e clinici d’avanguardia, che puntino sempre più a migliorare le prestazioni offerte ai cittadini”.

“E’ una grande soddisfazione – spiegano il professor Cerulli e il dottor Tei – che questo studio sia stato condotto in Umbria. Ringraziamo per la disponibilità, la preziosa e fattiva collaborazione il personale medico e sanitario, la direzione generale e sanitaria dell’azienda ospedaliera di Terni”.


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