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SAN VALENTINO, NELLA CATTEDRALE DI TERNI IL SOLENNE PONTIFICALE

Posted By Redazione Galileo On 12 febbraio 2023 @ 14:31 In Cronaca

Celebrata domenica 12 febbraio nella Cattedrale di Terni la festa diocesana di San Valentino, con il solenne pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrato dai vicari foranei ed episcopali, alla presenza del sindaco Leonardo Latini, del prefetto Giovanni Bruno, della presidente delle Regione Umbria Donatella Tesei, della presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza, del questore Bruno Failla, delle autorità militari, regionali dell’Umbria, dei sindaci dei Comuni del comprensorio diocesano, del presidente dell’Acciai Speciali Terni cav. Giovanni Arvedi, dei rappresentanti delle associazioni e movimenti della Diocesi, dei rappresentanti del mondo del lavoro, della scuola. La parte musicale della celebrazione è stata curata dal Coro Diocesano diretto da don Sergio Rossini e da un gruppo strumentale del liceo musicale ‘F.Angeloni’ di Terni.

Durante il pontificale c’è stata l’offerta dei ceri da parte delle parrocchie della città e il sindaco Leonardo Latini ha acceso la lampada votiva e pronunciato l’atto di affidamento della città al Santo Patrono, segno di devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune.

La festa del patrono della città di Terni, san Valentino è per la comunità cittadina un’occasione per riflettere sull’identità della città alla luce della testimonianza di san Valentino che ha plasmato cristianamente la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale, come maestro, padre dei poveri e dei giovani innamorati, di custode dell’amore.

Terminato il pontificale, la processione cittadina ha accompagnato l’urna del santo per il rientro nella basilica di San Valentino, lungo le vie della città, passando davanti al palazzo Comunale, la chiesa del Sacro Cuore a città Giardino e quella di Santa Maria del Carmelo, fino al colle dove si trova la chiesa che custodisce le reliquie e la memoria del Santo.

La processione è stata accompagnata dai gonfaloni del Comune, Regione e Provincia e da quelli delle confraternite, insieme ai rappresentanti di movimenti e associazioni diocesane, dal Sindaco Latini e dalla presidente della Provincia Pernazza e dalle altre istituzioni civili e militari istituzioni presenti alla celebrazione del pontificale, dai figuranti in ambiti storici e dai tamburini insieme alla banda musicale di Cesi. Sul sagrato c’è stato il saluto del presidente dell’Azione Cattolica diocesana Luca Diotallevi che ha evidenziato l’insegnamento della Chiesa nell’attenzione alla vita e al prossimo: «conduci il nostro cammino sulle vie della carità individuale ed anche su quelle della carità istituzionale, nell’amore di padre che libera, amore di amico che condivide tutto, amore che sorprende, sovverte e rinnova. Concedici segni di pace; orienta l’intelligenza a riconoscere la pace vera; alimenta il coraggio di lottare sempre e la forza di non odiare mai».

La benedizione del vescovo Soddu ha concluso la liturgia che ha solennemente celebrato in città il patrono di Terni San Valentino. L’urna è stata quindi riposta all’interno della basilica alla venerazione dei fedeli.

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L’OMELIA DEL VESCOVO

Carissimi fratelli e sorelle,

in questo giorno solenne della domenica celebriamo la festa del santo Patrono della nostra città di Terni, e ci sentiamo in profonda comunione con la Chiesa universale che in ogni parte della terra oggi si nutre della medesima parola di Dio, quella che abbiamo appena sentita proclamata. Siamo chiamati a vivere la perenne novità di Dio che è l’amore; amore che dà, edifica, trasmette e genera la vera gioia. Se le indicazioni sulla vita cristiana –un tempo si chiamavano i precetti – se questi dovessero pur essere osservati ma senza l’anima dell’amore, rimarrebbero confinati entro gli argini delle fredde prescrizioni del lecito e del non lecito. Se invece sono vissuti entro il parametro dell’amore, i rapporti interpersonali sono gestiti senza barriere entro gli spazi sconfinati del bene assoluto.

A tale proposito s. Agostino ci ha lasciato la sua bella testimonianza nell’ affermazione: “ama e fai quel che ti pare” che, lungi dal giustificare tutto ciò che balena nella mente degli individui, intende invece rapportare ogni atteggiamento all’espressione più alta dell’amore di Dio per noi, ossia suo Figlio crocifisso.

La figura del nostro Patrono, san Valentino, sembra capitare a proposito potrebbe dire qualcuno, ed è vero nella fattispecie dell’argomento, ma lasciatemi dire francamente che tutto il Vangelo costituisce l’unico messaggio d’amore di Dio, perché comunica la persona di Gesù, il quale è Amore in sé stesso.

Le figure dei santi sono per noi un tramite per poterci avvicinare alla fonte stessa dell’amore, e s. Valentino così come noi lo conosciamo -il santo dell’amore- non può che esserci di aiuto, modello e sostegno, affinché riusciamo ad interiorizzare nella nostra la vita stessa di Gesù.

Anche oggi abbiamo davanti ai nostri occhi esempi più o meno validi ed accoglibili di comportamento, come per esempio avviene nei Paesi in cui i diritti fondamentali sono tenuti in debita considerazione; leggi e norme che regolano il comune vivere e danno la possibilità a ciascuno di coabitare in armonia e di esercitare la propria libertà all’interno e nel rispetto di quella altrui.

Tuttavia anche qui capita di osservare che se vi fosse la sia pur minima possibilità di contravvenire, per i più disparati motivi, quella norma viene tranquillamente infranta.

Ecco dunque il senso profondo del discorso di Gesù, ossia essere capaci di andare alla radice delle questioni e di non fermarsi alla superficie; se non si raggiungono le radici delle diverse questioni, come avviene per le piante, si rischia di innaffiare e di alimentare, ma purtroppo di farlo a vuoto.

San Valentino, con la sua vita, col suo esempio ci sprona a essere cristiani autentici, a essere persone integre ed integerrime.

Con le parole di Gesù egli ci insegna, cari concittadini e fedeli tutti, che se il mondo di oggi – come di fatto quello di sempre- ci induce a ritenere per vero che ci si possa fronteggiare con le più diverse armi o, nella migliore delle ipotesi, ad armi pari, questo non è il metodo, non è il criterio dell’amore e del progresso.

Egli, con le parole di Gesù, ci insegna che è necessario creare equilibrio, armonia interiore per poter affrontare con sapiente proporzione i rapporti interpersonali, intergenerazionali, nazionali ed internazionali.

Valentino ci porge il Vangelo della gioia, perché la nostra e l’altrui esistenza non sia destinata ad essere vissuta nella tristezza.

Quando una vita è triste, inesorabilmente è anche destinata a trasmettere e contaminare tristezza. Questo vale a tutte le età e per tutti: ragazzi, giovani, sposati, celibi, religiosi, religiose, vale per tutti.

Il nostro san Valentino, con le parole di San Paolo, che abbiamo sentito nella seconda lettura, ci presenta ed offre la sapienza stessa di Dio. Come se fosse metallo prezioso, necessita d’essere identificata, riconosciuta ed estratta dalla ricca miniera dei Divini tesori.

Ci presenta anche il metodo da adoperare, o se vogliamo, una sorta di strumento da utilizzare al fine di potervi accedere; si tratta dello Spirito Santo, che è lo Spirito dell’amore. Scrive san Paolo: “A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio”.

Carissimi fratelli e sorelle, san Valentino, ha saputo mettere la sua vita nelle mani dello Spirito Santo e in tal modo è diventato egli stesso strumento vivo del medesimo Spirito.

Ci aiuti perciò con il suo esempio e la sua intercessione:

Sia punto di riferimento per i giovani, affinché possano vedere in lui un modello fermo, granitico direi, per l’edificazione di una vita improntata a coerenza, maturità e amore sincero.

Sia di sostegno per le famiglie, affinché possano edificarsi con il vicendevole dono della reciproca assistenza, pazienza e anche sopportazione, alimentate sempre dall’evangelico nutrimento dell’amore.

Sia di sostegno per quanti soffrono nel corpo e nello spirito, affinché la loro vita sia sempre corroborata dall’esempio della sua esistenza donata per amore del Signore.

Sia vicino, attraverso la nostra solidarietà, a quanti vivono l’incertezza del domani a causa della inattività o la perdita del lavoro.

Sia di esempio, sostegno e forza per ogni singola persona della nostra città, della nostra Diocesi e della nostra Regione, affinché mai perdiamo il senso cristiano della vita, ma sappiamo spenderla sapientemente per l’edificazione vicendevole.

La doverosa attenzione al nostro territorio non allontani mai il nostro cuore dalle afflizioni di quanti soffrono a causa della guerra, del terremoto e delle catastrofi naturali.

Attingendo alle sorgenti del vero amore, cioè a Dio stesso, sull’esempio di san Valentino abbiamo la possibilità reale di accedere ed accogliere il sommo dono della vita data a ciascuno, così da poterla condividere nella ricerca continua e incessante della giustizia e della pace”.

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