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Corruzione all’Agenzia entrate Perugia, un dipendente arrestato ed uno sospeso, 18 gli indagati

Posted By Redazione Galileo On 19 gennaio 2023 @ 19:00 In Cronaca

Un sistema di corruzione da parte di alcuni dipendenti dell’Agenzia delle entrate di Perugia, relativo a pratiche catastali di vario genere, è stato scoperto a Perugia dalla guardia di finanza che ha eseguito un’ordinanza del Gip del Tribunale dello stesso capoluogo umbro di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un dipendente del locale ufficio provinciale dell’Agenzia delle entrate, delle misure interdittive della sospensione per otto mesi dall’esercizio del pubblico ufficio a carico di un altro dipendente della medesima Agenzia e del divieto di esercitare la libera professione di perito agrario per 12 mesi nei confronti di una terza persona.

L’indagine riguarda, però, complessivamente 18 persone. Si tratta anche di persone che avrebbero ottenuto favori dai tre dipendenti pubblici. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione e accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico. Gli accertamenti avevano preso l’avvio da dettagliate denunce anonime. Dopo numerosi riscontri anche documentali, sono state fatte intercettazioni telefoniche, poi supportate da accertamenti bancari e da verifiche dei sistemi informatici dell’Agenzia del territorio, attività svolte grazie alla piena collaborazione della Direzione Centrale Audit dell’Agenzia delle entrate. Gli accertamenti hanno consentito di acquisire gravi indizi di un sistematico svolgimento, da parte di un dipendente dell’ex Ufficio del Catasto di Perugia, destinatario della misura cautelare, di attività parallele a quella istituzionale, spesso intersecata con la stessa, e consistenti nella redazione di atti di aggiornamento catastale, nella effettuazione di visure e redazione di planimetrie, per le quali venivano richieste erogazioni economiche.

I “beneficiari” di tali condotte, oltre che privati cittadini, sarebbero stati anche professionisti che si rivolgevano all’indagato principale per fruire di servizi che, se perseguiti per le vie lecite, avrebbero avuto maggiore durata ed esito incerto. Nel dettaglio, gli elementi probatori raccolti hanno disvelato gravi indizi dell’esistenza di “un sistema consolidato e parallelo di evasione di pratiche catastali di vario genere – riferisce ancora la procura – da parte del dipendente pubblico, che, avvalendosi delle risorse e degli strumenti dell’amministrazione di appartenenza, con la collaborazione di un collega e sfruttando l’abilitazione professionale del coniuge, avrebbe asservito il proprio pubblico ufficio a fini privatistici e personali”.

L’attività illecita – spiega la stessa procura di Perugia in una sua nota – si articolava in modo variegato a seconda delle esigenze di volta in volta rappresentate. Una di tali modalità consisteva nel far sì che il principale indagato provvedesse a redigere la documentazione che veniva solo formalmente e fittiziamente fatta risultare riferita al professionista raggiunto da misura interdittiva, privo, tra l’altro, di specifiche competenze in materia catastale. Quest’ultimo poi, emetteva regolare fattura per la prestazione resa a fronte del compenso pattuito, occultando in tal modo quello che, secondo le acquisizioni investigative, appare essere l’utilità dell’attività corruttiva. Il conferimento dell’incarico al professionista compiacente, su segnalazione dello stesso indagato principale, faceva sì che, grazie alla posizione ricoperta all’interno dell’Agenzia da quest’ultimo, non solo fosse possibile l’accesso in totale autonomia ad informazioni, atti e documenti, sia essi presenti nelle banche dati informatiche che nell’archivio cartaceo, ma garantiva un sollecito e positivo esito della pratica (che seppure non direttamente trattata dal principale indagato per ragioni di incompatibilità veniva comunque da questi “orientata” tramite interventi sui colleghi).

E’ anche emerso che il dipendente, dietro remunerazione, si sarebbe prestato a fornire a professionisti e consulenti informazioni “extra ordinem” a cui aveva accesso in ragione del proprio ufficio, in esecuzione di accordi illeciti, avvalendosi, in alcuni casi, del consapevole supporto di un altro collega d’ufficio, e creando una “corsia preferenziale” a favore degli stessi al fine di agevolarli nel loro lavoro, abbreviando i termini procedurali e riducendo il rischio di rigetto delle pratiche. In questi casi, il vantaggio si sarebbe concretizzato nella percezione di un compenso in denaro o di altre utilità (quali, ad esempio, prestazioni professionali in suo favore). Gli accertamenti avevano preso l’avvio da dettagliate denunce anonime. Dopo numerosi riscontri anche documentali, sono state fatte intercettazioni telefoniche, poi supportate da accertamenti bancari e da verifiche dei sistemi informatici dell’Agenzia del territorio, attività svolte grazie alla piena collaborazione della Direzione Centrale Audit dell’Agenzia delle entrate.

 

Corruzione, Agenzia entrate ‘ha collaborato con la procura’

L’Agenzia delle entrate “assicura – si legge in una sua nota – totale collaborazione alla procura della repubblica di perugia e alla guardia di finanza nell’ambito dell’indagine che ha portato oggi all’arresto di un dipendente dell’Ufficio provinciale territorio e alla sospensione di un altro dai pubblici uffici”.

“La Direzione centrale Audit dell’Agenzia – prosegue la nota – ha già collaborato fattivamente con la procura fin dalle fasi iniziali dell’indagine per consentire, per quanto di propria competenza, l’accertamento delle fattispecie contestate. L’Agenzia ha, inoltre, immediatamente adottato la misura della sospensione cautelare dal servizio, in attesa di ricevere i provvedimenti dell’Autorità giudiziaria che consentiranno di assumere le ulteriori misure disciplinari, contrattuali e risarcitorie normativamente previste”.


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