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Fondazione Carit, due opere per ricordare Stanislao Falchi

Posted By Redazione Galileo On 5 dicembre 2022 @ 17:27 In Cronaca

Un libro e un compact disc per i cento anni dalla scomparsa di Stanislao Falchi. Iniziativa presentata questa mattina nella sala Paolo Candelori di Palazzo Montani Leoni, sede della Fondazione Carit, con la presentazione delle due opere. Si tratta del volume “Stanislao Falchi e la Roma musicale della Belle Epoque” di Silvia Paparelli, (edizioni Lim – Lucca) e del Cd “Ore poetiche” (musiche di Stanislao Falchi, ed. Da Vinci Classics – interpreti: Rosa Ricciotti, soprano; Sim Mo Kang,tenore; Gian-Luca Petrucci, flauto; Paola Pisa, pianoforte; Marco Francescangeli, attore).

Presenti all’evento Luigi Carlini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, Ugo Giani, editore, Gian Luca Petrucci, professore emerito del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, Silvia Paparelli, autrice del volume.

Una delle mission della Fondazione Carit – ha dichiarato il presidente della Fondazione Carit, il professor Luigi Carlini – è quella di valorizzare al meglio le eccellenze culturali del territorio. Stanislao Falchi non lo scopriamo certo oggi, ma la sua opera va sempre coltivata e apprezzata. Per questo quando ci è stato proposto di far parte di questo progetto, non abbiamo esitato, visto che stiamo parlando di un nome che ha portato Terni nel panorama nazionale e internazionale della musica, anche come cittadino benemerito della nostra città”.

Ringrazio la Fondazione per aver consentito alla storia di Falchi e delle sue musiche – ha spiegato l’autrice Silvia Paparelli – di avere ancora la giusta attenzione. Eventi come questi sono utili anche per ricollocare il territorio ternano rispetto a quanto ha proposto e può proporre per valorizzare al meglio la propria cultura e le proprie eccellenze”.

Falchi e la sua storia

Apprezzato da Verdi – ma ferocemente stroncato da D’Annunzio – Stanislao Falchi (Terni, 29 gennaio 1851 – Roma, 14 novembre 1922) ebbe una brillante carriera di direttore d’orchestra e compositore, interrotta solo per dedicarsi alla direzione del Liceo musicale di Santa Cecilia di Roma, nel quale insegnava dall’anno stesso della fondazione. Figura centrale dell’ambiente culturale romano tra i due secoli, Falchi ebbe incarichi di primissimo piano e rapporti con i più importanti compositori del periodo (Puccini, Boito, Respighi, Mascagni, Tosti, Sgambati tra gli altri). Trasferitosi nella capitale giovanissimo per completare gli studi, lì svolse l’intera carriera: dal debutto sul podio del Teatro Apollo come sostituto dell’orvietano Luigi Mancinelli (1875) fino alla direzione del Liceo Musicale di Santa Cecilia (1902), incarico che gli fu conferito all’unanimità e che mantenne, unitamente all’insegnamento di Composizione, fino al 1915. Insigne didatta, ebbe tra gli allievi musicisti del calibro di Vittorio Gui, Licinio Refice, Adriano Lualdi, Bernardino Molinari e Vincenzo Tommasini, mentre, come direttore, favorì notevolmente lo sviluppo dell’istituzione ceciliana, dotandola di un nuovo regolamento, aggiornandone i programmi di studio e collaborando a importanti iniziative a fianco del presidente, il conte Enrico di San Martino. Animatore di quella “scuola romana” che in quegli anni tentò l’emancipazione della produzione e della programmazione concertistica italiana, Falchi diresse molte “prime” romane di brani verdiani (Laudi alla Vergine, Stabat Mater, Te Deum, Requiem) e wagneriani. Il suo repertorio comprendeva, oltre a composizioni sue, opere classiche e romantiche, significative incursioni nel repertorio antico (Palestrina e Carissimi, del quale pubblicò una fortunata revisione dell’oratorio Jephte), importanti prime esecuzioni italiane (Le déluge di Saint-Saëns). Come operista, Falchi debuttò nel 1878 al Teatro Argentina di Roma con Lorhèlia (su libretto di Pietro Calvi, per la direzione di Luigi Mancinelli), leggenda nordica dichiaratamente filo-wagneriana, moderatamente apprezzata dalla critica. Maggior successo ebbe, nel 1887 al Teatro Apollo, sempre a Roma, la Giuditta (libretto di Brigiuti e Mancini, direzione di Edoardo Mascheroni), più vicina al modello del Verdi “corale” e ripresa al Teatro Morlacchi di Perugia e al Liceo di Barcellona. La terza e ultima opera di Falchi segnò, infine, la sua affermazione: Il Trillo del diavolo, su un bel libretto di Ugo Fleres ispirato alla vita romanzesca di Giuseppe Tartini, debuttò nel 1899 al Teatro Argentina, sempre sotto la direzione di Mascheroni, e fu subito ripresa in vari teatri italiani (Brescia, Novara, Costanzi di Roma, Fenice di Venezia, Carlo Felice di Genova, alla Pergola di Firenze, Verdi di Terni), al Teatro Zizinia di Alessandria d’Egitto e al Teatro Comunale di Fiume. Falchi fu anche autore di pagine sinfoniche e sinfonico-corali di ampio respiro (Ouverture al Giulio Cesare di Shakespeare, Ave Caesar, Coro per il IV centenario della nascita di Raffaello Sanzio, l’apprezzata Messa da Requiem a sole voci eseguita nel 1883, 1888 e 1982 per le commemorazioni di Vittorio Emanuele II) e di un raffinato corpus di ventisette romanze da camera, pubblicate dagli editori Ricordi e Lucca, tra la metà degli anni ’70 dell’Ottocento e la fine del secolo. Cavaliere e Grande Ufficiale decorato dal Re, Commendatore della Corona d’Italia, Cavaliere Ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere della Legion d’Onore di Francia, fu nel Comitato esecutivo dell’Esposizione Universale del 1911.

L’autrice Silvia Paparelli

Silvia Paparelli è dal 2001 docente di Storia ed Estetica della Musica all’Istituto superiore di Studi musicali “Briccialdi” di Terni, istituzione Afam. Pianista e musicologa, si occupa anche di produzione, divulgazione, organizzazione musicale. Ha partecipato a convegni, conferenze, trasmissioni radiofoniche (in Italia e Francia), tenuto e ideato seminari per enti, associazioni, università e conservatori in Italia e all’estero, pubblicato monografie, saggi, note critiche. Ha suonato nelle maggiori istituzioni italiane, in Europa (Francia, Germania, Spagna, Norvegia, Polonia, Slovacchia, Estonia, Lituania, Ucraina, Lettonia, Ungheria, Malta) ed Estremo Oriente.

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