Ci sono nuove ed importanti scoperte emerse a seguito delle indagini archeologiche alla villa di Poggio Gramignano. L’equipe di ricercatori statunitensi dell’Arizona che ha ripreso il lavoro dopo lo stop imposto dalla pandemia, ha infatti evidenziato interessanti informazioni che provengono dallo studio dei materiali e dall’analisi delle strutture murarie, le quali hanno portato a nuove interpretazioni sulle varie fasi di costruzione della villa.

Sicuramente il dato più evidente viene dall’individuazione di un settore dove sono emerse testimonianze antecedenti l’edificio stesso, ad oggi l’unica attestazione della primissima occupazione della collina di Poggio Gramignano, che i ricercatori stanno attualmente studiando per capire se è da ricollegare all’esistenza di un insediamento preromano nel sito. I risultati sono stati presentati pochi giorni fa nel corso dell’open day di archeologia che si è svolto nei laboratori di studio allestiti alla Fabbrica e al museo civico. gli archeologi americani che lavorano in equipe insieme agli italiani ha avuto anche il supporto in collegamento in video conferenza del prof. David Soren che per primo scoprì il sito archeologico.

 

“Da parte sua – commentano il sindaco di Lugnano Gianluca Filiberti e il vice, Alessandro Dimiziani – l’amministrazione comunale sta cercando di portare a termine la copertura del sito di Poggio Gramignano finanziato con fondi delle Aree interne. Oltre a questo si sta lavorando anche all’avvio della prima fase di restauro della Chiesa di Sant’Andrea dove verrà trasferito in futuro il museo archeologico e dove, sempre in sinergia con le università americane, verrà ubicata una scuola internazionale di archeologia”.